Crosetto in Parlamento, scontro sulla Flotilla: equilibrismi dalla maggioranza per condannare l’attacco senza irritare Israele

Il governo condanna gli attacchi alla Flotilla, ma non i diktat di Israele sulla missione: sicurezza degli italiani senza garanzie

Crosetto in Parlamento, scontro sulla Flotilla: equilibrismi dalla maggioranza per condannare l’attacco senza irritare Israele

L’informativa urgente del ministro della Difesa Guido Crosetto sugli attacchi subiti dalla Global Sumud Flotilla ha aperto alla Camera un confronto che ha subito mostrato fratture profonde. Crosetto ha parlato di «episodio totalmente inaccettabile» e di «ferma condanna» per gli attacchi avvenuti in mare aperto contro un convoglio umanitario. Ha annunciato l’invio della fregata Fasan e della nave Alpino per «tutelare i connazionali e fornire soccorso», specificando però che «una volta uscite dalle acque internazionali, nessuno potrà garantirne la sicurezza». Un passaggio che ha acceso le polemiche: da un lato l’impegno a proteggere gli italiani, dall’altro la rinuncia dichiarata a difendere la missione nel momento più delicato.

Crosetto ha ribadito che «l’obiettivo è far arrivare gli aiuti a Gaza e che nessuno a bordo subisca danni», rilanciando la proposta della premier Giorgia Meloni di sbarcare il carico a Cipro per poi trasferirlo nell’enclave. Una proposta definita «di buon senso» dal ministro, ma che gli organizzatori hanno già respinto perché aggira il vincolo del blocco imposto da Israele. «Noi non inviamo navi da guerra per fare guerra a un Paese amico» ha sottolineato il ministro, cercando di rassicurare Tel Aviv e al tempo stesso l’Aula.

Le opposizioni: dal PD al M5S, accuse al governo

Il Partito democratico ha chiesto di voltare pagina. «La voce delle piazze italiane non può essere ignorata» ha detto la segretaria Elly Schlein, denunciando che «la Flotilla sta facendo ciò che i governi europei avrebbero dovuto fare». Schlein ha attaccato Giorgia Meloni per avere riservato «parole durissime» contro gli attivisti senza mai rivolgere la stessa severità a Benjamin Netanyahu. Ha inoltre invitato l’esecutivo a «smettere di criminalizzare il dissenso» e a convocare l’ambasciatore israeliano. Laura Boldrini ha parlato di «irresponsabilità» della premier, accusata di trasformare la vicenda «in un processo politico contro chi non si allinea».

Il Movimento 5 Stelle ha usato toni altrettanto netti. Francesco Silvestri ha parlato di «governo matrioska» con «tre posizioni diverse» tra Crosetto, Meloni e Salvini. Per i pentastellati «le acque davanti a Gaza sono palestinesi, non israeliane», e l’Italia dovrebbe sostenere il riconoscimento dello Stato di Palestina. Silvestri ha attaccato la Lega accusandola di stare «con un genocida e assassino come Netanyahu» e ha denunciato «l’ipocrisia di chi oggi si indigna e ieri ha voltato la testa».

Alleanza Verdi e Sinistra ha insistito sulla natura internazionale della Flotilla. Elisabetta Piccolotti ha ricordato che a bordo ci sono delegazioni di 44 Paesi, definendo «ridicolo» sostenere che si tratti di un’operazione contro il governo italiano. Benedetta Scuderi, attivista di Avs imbarcata sulla Morgana, ha sottolineato che «colpire una nave che batte bandiera italiana significa colpire lo Stato italiano».

La maggioranza: pragmatismo e difesa dei rapporti con Israele

Dalla maggioranza, Fratelli d’Italia ha ovviamente difeso la linea di Crosetto. Federico Mollicone ha ringraziato il ministro per «tempestività, serietà e pragmatismo», invitando gli attivisti ad accettare lo scarico a Cipro per «evitare provocazioni» e sottolineando che «la vera missione della Flotilla non può essere la guerra». Andrea Delmastro e Galeazzo Bignami hanno accusato le opposizioni di «becera propaganda» e di «strumentalizzare una tragedia per attaccare il governo».

Forza Italia ha mantenuto un profilo più prudente. Roberto Bagnasco ha condannato l’attacco «che non ha giustificazione alcuna», chiarendo però che ciò «non significa mettersi contro Tel Aviv». Una posizione che cerca di bilanciare il rapporto con Israele e la necessità di proteggere i connazionali.

Italia Viva ha espresso preoccupazione attraverso Maria Elena Boschi, che ha parlato di «una passione civica crescente nel Paese rispetto all’orrore di Gaza», chiedendo al governo di garantire l’incolumità delle persone a bordo. Dal centro, Carlo Calenda ha sollecitato l’esecutivo a «vigilare affinché gli italiani sulle imbarcazioni siano rimpatriati in sicurezza», evitando rischi aggiuntivi.

Un governo diviso e un Parlamento spaccato

Sul dibattito hanno pesato le parole pronunciate da Giorgia Meloni all’ONU, che ha definito «irresponsabile usare Gaza per colpire il governo». Una dichiarazione che ha provocato la replica di Schlein («Meloni fa la vittima da tre anni») e di altri esponenti dell’opposizione, che hanno denunciato il silenzio della premier su Netanyahu. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dal canto suo, ha ribadito la condanna dell’attacco ma ha insistito sul «diritto di Israele alla sicurezza», accentuando la distanza tra le diverse voci della stessa maggioranza.

Il risultato è un governo che condanna gli attacchi ma, di fronte a cittadini italiani sotto minaccia in acque internazionali, non offre garanzie oltre i limiti formali. Un esecutivo che propone soluzioni di ripiego come Cipro, invece di rivendicare il diritto alla protezione dei civili. E un Parlamento che, pur unanime nel giudicare «inaccettabile» l’attacco, resta diviso sulla sostanza: difendere il carattere umanitario della missione o allinearsi alle esigenze di Tel Aviv. La distanza tra dichiarazioni di principio e scelte concrete, anche questa mattina, è apparsa evidente a tutti.