La Flotilla rifiuta la mediazione di Meloni: “Andremo avanti, Israele non ci intimidisce”

La delegazione italiana della Global Sumud Flotilla rifiuta la mediazione di Meloni: "Andremo avanti fino a Gaza".

La Flotilla rifiuta la mediazione di Meloni: “Andremo avanti, Israele non ci intimidisce”

Mediazione rifiutata. La delegazione italiana della Global Sumud Flotilla ha comunicato alle autorità italiane “di non accettare la proposta ricevuta ieri su una possibile deviazione degli aiuti in direzione Cipro, per poi farli arrivare a Gaza”. La missione non cambia e l’obiettivo è sempre quello di “rompere l’assedio illegale e consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione assediata di Gaza”.

Allo stesso tempo, la Global Sumud Flotilla riporta informazioni di intelligence che “indicano che è probabile che Israele intensifichi gli attacchi violenti contro la flottiglia entro le prossime 48 ore”, utilizzando anche armi che potrebbero “affondare, ferire e/o uccidere i partecipanti”.

La Flotilla rifiuta la proposta del governo italiano e viaggia verso Gaza

La delegazione italiana ha quindi rifiutato la proposta avanzata dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che puntava a fermare l’avanzata nelle navi verso Gaza. Un rifiuto dettato anche dal timone che gli aiuti non vengano poi effettivamente consegnati, oltre che dal rischio di conseguenze per i palestinesi a cui dovrebbero essere consegnati. Intanto la fregata Fasan della Marina militare italiana avrebbe raggiunto il sud di Creta per seguire la Flotilla per eventuali soccorsi.

Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha invece rivolto un nuovo messaggio alla Flotilla: “Israele è ancora pronto a impegnarsi in qualsiasi accordo costruttivo per trasferire gli aiuti” a bordo delle imbarcazioni “in modo legale e pacifico”.

Israele “non ci intimidirà”, fanno sapere dalla Global Sumud Flotilla: “Non fermeremo i nostri sforzi fino a che non si ferma il genocidio”. Da qui l’appello ai governi internazionali di “fare pressione per fermare la violenza”. Ora l’obiettivo è che le 50 barche continuino dirette fino a Gaza: “Siamo consapevoli delle minacce, ma ci rendono solo più uniti”.