Un nuovo fronte di tensione si apre tra Israele e la Global Sumud Flotilla, la missione internazionale che con decine di imbarcazioni si dirige verso la Striscia di Gaza per violare il blocco imposto da Tel Aviv. Il Ministero degli Esteri israeliano ha diffuso una nota in cui afferma che alcuni documenti rinvenuti dai soldati a Gaza dimostrerebbero il “coinvolgimento diretto di Hamas” nella flottiglia.
Le accuse di Israele
Secondo la ricostruzione israeliana, i documenti collegherebbero i leader della flottiglia al braccio estero di Hamas, la Pcpa (Conferenza Palestinese per i Palestinesi), istituita nel 2018 e considerata da Tel Aviv come un organo di rappresentanza del gruppo all’estero. La Pcpa è stata infatti designata da Israele come organizzazione terroristica nel 2021.
Tra le prove mostrate c’è una lettera del 2021, firmata dall’allora leader politico di Hamas Ismail Haniyeh, che invitava il presidente del Pcpa all’unità e al sostegno dell’organizzazione. Un altro documento, ritrovato in un avamposto di Hamas, conterrebbe un elenco di membri della Pcpa, tra cui nomi noti come Zaher Birawi, attivo nel Regno Unito e già coinvolto nella missione della Mavi Marmara del 2010, e Saif Abu Kashk, dirigente in Spagna legato a una società marittima accusata di fornire imbarcazioni alla flottiglia.
La risposta della Global Sumud Flotilla
Gli attivisti respingono con forza ogni accusa. “I fogli mostrati da Israele non provano né il finanziamento né il controllo di Hamas sulla Global Sumud Flotilla”, ha dichiarato Maria Elena Delia, portavoce italiana del movimento.
Secondo Delia, si tratta di un copione già visto: “Ripetono un preoccupante schema simile a quello del 2010 con la Mavi Marmara. Noi siamo una missione civile e umanitaria, sotto gli occhi dell’Europa e del mondo”. La portavoce ha inoltre chiesto che i documenti vengano consegnati integralmente a organismi indipendenti, definendo le accuse “propaganda” fino a quando non ci sarà una verifica imparziale.