Shutdown Usa: falliscono le ultime mediazioni al Congresso americano e il governo federale è costretto a chiudere i rubinetti. A rischio i servizi pubblici e gli stipendi dei dipendenti statali

Dopo il doppio no del Senato, la Casa Bianca ordina la chiusura delle agenzie federali. A rischio servizi pubblici e stipendi

Shutdown Usa: falliscono le ultime mediazioni al Congresso americano e il governo federale è costretto a chiudere i rubinetti. A rischio i servizi pubblici e gli stipendi dei dipendenti statali

Gli Stati Uniti di Donald Trump si risvegliano con un nuovo shutdown del governo federale, il primo dopo sette anni. Dalla mezzanotte di Washington – le sei del mattino in Italia – l’amministrazione non ha più fondi per garantire il funzionamento delle agenzie pubbliche, dopo il fallimento delle ultime mediazioni in Congresso.

Il Senato americano ha infatti respinto sia la proposta dei Democratici, che prevedeva anche la proroga dei sussidi dell’Affordable Care Act (Obamacare), sia il disegno di legge presentato dai Repubblicani e già approvato dalla Camera dei Rappresentanti Usa. Nessuna delle due misure ha raggiunto la soglia dei 60 voti necessaria per passare, aprendo la strada alla chiusura parziale delle attività federali.

Subito dopo la bocciatura, l’Ufficio di gestione e bilancio della Casa Bianca ha inviato una nota alle agenzie federali invitandole a “dare attuazione ai piani per una chiusura ordinata”. Il direttore Russell Vought ha ammesso che è “difficile prevedere la durata dello shutdown”, precisando che i dipendenti dovranno comunque presentarsi al lavoro per completare le procedure di spegnimento delle attività.

Shutdown Usa: falliscono le ultime mediazioni al Congresso americano e il governo federale è costretto a chiudere i rubinetti. A rischio i servizi pubblici e gli stipendi dei dipendenti statali

Lo shutdown Usa ha conseguenze concrete: i programmi finanziati con fondi federali, dalla sanità alle infrastrutture, si trovano senza copertura; centinaia di migliaia di funzionari pubblici rischiano ferie forzate o lavoro non retribuito, comprese le forze armate, che continueranno a operare ma senza stipendio. Restano esclusi da qualsiasi riduzione salariale solo i membri del Congresso, il cui compenso è garantito dalla Costituzione.

Il precedente più lungo risale al 2018, durante la presidenza di Donald Trump, quando lo shutdown durò 35 giorni. Oggi come allora, il braccio di ferro politico è sulle responsabilità: i Democratici accusano i Repubblicani di voler imporre tagli insostenibili alla spesa sociale, mentre il Gop ribalta l’onere sulla Casa Bianca, colpevole – a loro dire – di non voler accettare compromessi.

Nonostante la paralisi istituzionale, i mercati finanziari sembrano scommettere su una soluzione rapida: all’apertura, le piazze asiatiche non hanno registrato cali significativi, segnale che gli investitori confidano in un accordo nelle prossime settimane. Ma fino a quel momento, milioni di cittadini americani dovranno fare i conti con gli effetti concreti di una politica bloccata.