Giorgia Meloni di lotta, come spesso accade. Un po’ meno di governo, come altrettanto spesso accade. Ospite di Cinque Minuti e di Porta a Porta, la presidente del Consiglio da una parte attacca chi manifesta e chi la contesta, dall’altra invece di provare a conciliare un Paese sempre più diviso, punta sul vittimismo. Gli attacchi contro gli scioperi per la Flotilla ritornano, così come contro la stessa missione umanitaria. E, allo stesso tempo, non manca un po’ di vittimismo per dire che chi la contesta fomenta l’odio.
Meloni di lotta…
Sullo sciopero dei sindacati per la Flotilla, Meloni afferma di non essere stata dura, ma che la mobilitazione era “pretestuosa”. A suo giudizio la Cgil “è molto più interessata a difendere la sinistra più che i lavoratori”. L’attacco poi si sposta alla Flotilla: “Se l’obiettivo è umanitario sulle navi della flottiglia c’erano circa 40 tonnellate d’aiuti. Ora, il governo italiano ha consegnato 2.300 tonnellate d’aiuti. 40 tonnellate d’aiuti le nostre istituzioni le consegnano in una mattinata con due aerei”.
Tornando sulle manifestazioni, parla anche delle violenze che secondo lei “erano già organizzate”: “Sono rimasta scioccata che nella manifestazione uno degli striscioni di testa inneggiava al terrore. A chi inneggia il terrorismo gli si permette di stare in testa al corteo: forse la tesi dei semplici infiltrati è un po’ riduttiva”.
…ma non di governo
Dopo gli attacchi, ci si aspetterebbe qualche parola più conciliante. E invece Meloni si butta sul vittimismo: “Temo che ci sia un clima che può peggiorare se non richiamiamo tutti al senso responsabilità. Io sono una persona che sa stare nella dimensione del conflitto della politica ma stiamo cominciando a sperimentare qualcosa di diverso, e penso si stia sottovalutando da parte di chi ha pensato di fomentare la piazza. Attenzione perché poi le cose sfuggono di mano”.
Meloni ricorda poi che lei, Tajani e Crosetto sono stati “denunciati alla Corte Penale Internazionale per concorso in genocidio. Ora io credo che non esista un altro caso al mondo e nella storia di una denuncia del genere”. Tutto questo in un clima “che si sta imbarbarendo parecchio”. E la colpa, sembra voler dire Meloni, è sempre degli altri. Non di certo delle destre e della maggioranza, come se loro lo scontro non lo fomentassero mai.