“Siamo davvero al teatro dell’assurdo. Un governo che nega per bocca dei ministeri e dei suoi vertici, dunque della presidenza del Consiglio, di avere notizia del fatto che Netanyahu abbia sorvolato lo spazio aereo italiano, come ampiamente documentato dalla stampa anche internazionale (e dai tracciati di Flight Radar, il sito specializzato di tracciamento aereo, ndr). Questa cosa è impossibile”.
A parlare è Fausto Gianelli, uno dei dieci legali che hanno curato la denuncia per complicità in genocidio presentata alla Corte penale internazionale contro la premier Giorgia Meloni, i ministri Guido Crosetto e Antonio Tajani, e l’ad di Leonardo, Roberto Cingolani.
La storia dei voli fantasma di Netanyahu
La vicenda è quella relativa ai voli di Stato israeliani con a bordo il premier di Tel Aviv, Benjamin Netanyahu, che nelle scorse settimane avrebbero attraversato i cieli italiani e rispetto ai quali il pool di avvocati, nella persona di Luca Saltalamacchia, ha presentato una richiesta di accesso agli atti al nostro governo.
Che per tutta risposta ha chiarito che né la Presidenza del Consiglio dei ministri né il Mit “ha agli atti la documentazione richiesta”. Una questione molto delicata dal momento che su Netanyahu pende un mandato di cattura, spiccato proprio dalla Cpi, che l’Italia, avendo aderito al Trattato di Roma che l’ha istituita, ha l’obbligo di eseguire. Risultato: ulteriori ombre sulle coperture del nostro esecutivo al primo ministro israeliano.
Era stato il ministro Tajani, del resto, a precisare che l’Italia non avrebbe comunque eseguito il mandato d’arresto dal momento che i capi di Stato e di governo in carica “godono dell’immunità”. Un’altra interpretazione personale del titolare della Farnesina per il quale, per sua stessa ammissione, quando c’è di mezzo Israele, “il diritto internazionale vale fino a un certo punto”.