I russi dicono che le città di Pokrovsk e Kupyansk sono accerchiate. Zelensky invece dice che “è una bugia totale”. Ma allora, chi è che mente?
Mino Petrucci
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Gentile lettore, in generale è bene fare la tara a entrambi. Se però mi chiede chi mente di più, non ho dubbi: la ditta Zelensky è imbattibile e ha ormai oscurato la Walt Disney nel ramo favole. Badi, anche i russi non la raccontano giusta. Ho notato però una differenza: Mosca mente per omissione, Kiev per esagerazione: punta alla quantità. Esempio: nel 2023 Kiev sostenne che nell’inverno erano morti di freddo 200.000 soldati russi. Miracolo! il corpo d’invasione russo contava allora 160.000 soldati e ne erano morti di freddo il 120%… Ricorderà anche che la vice di Zelensky, Olha Stefanishyna, parlando al Senato italiano (13 aprile 2022), denunciò “lo stupro come arma di guerra”, “centinaia di migliaia di donne violentate”. Lo stesso giorno il generale di polizia Nebytov, ignaro delle affermazioni della Stefanishyna, dice al Corriere della sera che le denunce per stupri sono “circa una ventina. Stiamo indagando. Due o tre sono reali perché dalle intercettazioni sappiamo che i comandanti russi hanno fatto fucilare i responsabili”. Capisce? “Una ventina” gonfiato in “centinaia di migliaia”. Un altro esempio: l’Ucraina accusò la Russia di aver rapito 1,5 milioni di bambini, per cui su Putin pende mandato di cattura. Poi i “rapiti” (“dispersi” per i russi) divennero 300 mila. Poi 20 mila. Infine nel giugno scorso, nei colloqui di Istanbul, Kiev dovette fornire i nomi dei presunti “rapiti”: erano 339. La realtà moltiplicata per 4.425. Un record.