Netanyahu trova la scusa che cercava e ripartono i raid israeliani a Gaza

Netanyahu fa saltare la tregua a Gaza. Il pretesto è un agguato a Rafah che l'Idf imputa a Hamas, che però nega ogni responsabilità.

Netanyahu trova la scusa che cercava e ripartono i raid israeliani a Gaza

La tregua è già finita o quasi. Per il vicepresidente Usa, JD Vance, quelle di ieri sono state solo “scaramucce” e “il cessate il fuoco sta tenendo”, ma in realtà la situazione nella Striscia di Gaza è ben diversa. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha dato l’ordine di effettuare “potenti attacchi” dopo le consultazioni di sicurezza. E così sono ripartiti i raid prima su Rafah e poi su Gaza City. Almeno tre gli attacchi che hanno colpito la città e anche l’area dell’ospedale. Diverse le esplosioni sentite in varie zone della Striscia e sono almeno cinque le vittime nei raid.

Israele torna quindi ad attaccare accusando Hamas di non aver rispettato i patti. L’accusa israeliana è che i militanti di Hamas abbiano aperto il fuoco contro i soldati dell’Idf a Rafah, con un conseguente scontro. L’organizzazione terroristica nega di essere responsabile dell’attacco e accusa Israele di voler “fabbricare falsi pretesti in preparazione di nuove mosse aggressive”, ma per Tel Aviv è ormai tardi, tanto più dopo il caso del corpo consegnato da Hamas che apparteneva a una persona di cui era stato già restituito il cadavere. Netanyahu così fa ripartire i bombardamenti e decide di spostare la linea gialla, ovvero quella oltre la quale aveva deciso per il ritiro da Gaza: ora l’esercito israeliano torna a controllare una porzione maggiore del territorio. Quindi il fragile accordo di cessate il fuoco rischia di saltare definitivamente.

Netanyahu riprende i bombardamenti su Gaza: l’antefatto del corpo già consegnato

Il movimento palestinese ha consegnato una bara alle autorità dello Stato ebraico sostenendo che all’interno ci fossero i resti di uno dei tredici cadaveri israeliani ancora nelle mani dei terroristi. Dalle verifiche forensi, però, il corpo è risultato appartenere a Ofir Tzarfati — uno dei giovani israeliani morti durante l’attentato del 7 ottobre 2023 — già restituito e sepolto in patria quasi due anni fa. Secondo quanto riportano Channel 12 e Army Radio, che citano fonti dell’esercito israeliano (IDF), non ci sarebbe stato alcun errore ma un atto deliberato da parte dei miliziani.

Le truppe di Tel Aviv — si apprende — possiederebbero un filmato, registrato con un drone, in cui si vedrebbero i miliziani di Hamas effettuare uno scavo in una zona della parte orientale di Gaza City per poi deporre al suo interno un cadavere prelevato da un edificio poco distante. A quel punto, sempre secondo il racconto dell’IDF, la buca sarebbe stata ricoperta di terra e sarebbe partita la chiamata alla Croce Rossa affinché assistesse alla presunta “scoperta”. Insomma, una vera e propria “messa in scena” che rischia di far deragliare l’accordo di pace.

Così i ministri di estrema destra Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich hanno chiesto a Netanyahu di riprendere la guerra e condurla fino alla distruzione totale di Hamas. “Il fatto che Hamas continui a giocare e non trasferisca immediatamente tutti i corpi dei nostri caduti è di per sé la prova che l’organizzazione terroristica è ancora in piedi”, ha affermato Ben Gvir. “Ora non abbiamo più bisogno di esigere un prezzo da Hamas per le violazioni. Dobbiamo distruggerla completamente, una volta per tutte”. Stessa linea da parte di Smotrich, che chiede “risposte energiche e determinate per garantire la nostra adesione all’obiettivo centrale della guerra: la distruzione di Hamas”. Davanti a questa crisi diplomatica, Netanyahu ha immediatamente convocato una riunione del comitato di sicurezza. E poi, una volta avvisati gli Stati Uniti di Donald Trump, ha dato ordine di riprendere con i pesanti attacchi su Gaza.