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07/11/2025
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riforma della giustizia Manovra gaza Guerra in Ucraina
Redazione

Ranucci riapre il caso Fazzolari: “Ha ispirato l’attivazione dei Servizi”

Le destre resuscitano la Vigilanza Rai per attaccare Ranucci, ma il conduttore di Report torna sul caso Fazzolari.

Pubblicato il 6 Novembre 20256 Novembre 2025 - Aggiornato il 6 Novembre 2025 alle 14:11 di Stefano Rizzuti
Ranucci riapre il caso Fazzolari: “Ha ispirato l’attivazione dei Servizi”

Il caso Fazzolari si riapre in Vigilanza Rai, dopo l’Antimafia. Sigfrido Ranucci chiede di nuovo di secretare la risposta sull’ipotesi del pedinamento che il sottosegretario avrebbe ordinato. Stavolta, però, Fratelli d’Italia si oppone e il conduttore di Report parla apertamente del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari: “Mi risulta che il sottosegretario Fazzolari, in seguito a un’inchiesta sul ruolo del padre di Meloni, ha ispirato un’attivazione dei Servizi per cercare di capire quali fossero le mie fonti e c’è anche qualcuno qui dentro che può confermarlo”.

Su questo punto, FdI chiede a chi si riferisce e solo su questo è stata attivata la secretazione. Il partito di Giorgia Meloni ha infatti accettato la secretazione sulla parte restante della risposta del conduttore di Report dopo che tutti gli altri partiti in Vigilanza hanno espresso parere favorevole. Ma Ranucci una parte delle informazioni le ha già fornite, confermando in qualche modo il coinvolgimento, seppur non chiarito in quale modo, di Fazzolari.

Le destre resuscitano la Vigilanza Rai

Intanto, la commissione di Vigilanza Rai, finora paralizzata, è tornata a riunirsi. L’occasione è stata l’audizione del direttore dell’Approfondimento Rai, Paolo Corsini, e dello stesso conduttore di Report, dopo l’attentato subito da quest’ultimo. “Sono contento – dice Ranucci – che dopo essere stato un personaggio divisivo, stavolta sono inclusivo”, permettendo alla commissione di tornare a riunirsi. Corsini ha esordito difendendo Report, definendola “una delle trasmissioni di punta” delle inchieste della Rai, oltre a essere premiata dai telespettatori. Lo stesso direttore dell’Approfondimento ha sottolineato che l’attentato a Ranucci non è solo una minaccia a un giornalista ma “all’intero sistema dell’informazione”. E ha infine sottolineato che la Rai ha subito con la scorsa Manovra dei tagli che si sono perpetrati inevitabilmente sui programmi.

Tutti contro Ranucci, una serie di botta e risposta

Eppure, la commissione è stata anche l’ennesima occasione per mettere nel mirino Report. La solidarietà, come al solito, è stata parziale. E quella di Fratelli d’Italia arriva solo all’inizio, perché poi non mancano gli attacchi, come nel caso di Raffaele Speranzon, che mette nel mirino il lavoro di Ranucci. Dicendo sì che lo “fa bene”, ma aggiungendo che “forse qualche volta è condizionato da un pregiudizio o da un posizionamento politico, per quanto legittimo, che rischia di trasformare quello che deve essere un servizio di informazione in un servizio di propaganda”. Con tanto di analisi delle inchieste svolte durante il governo Draghi, che in gran parte non toccavano – secondo Speranzon – il governo e i partiti. Nell’ultimo biennio, invece, ci si è concentrati di più sull’attività politica e soprattutto quella del centrodestra. Speranzon torna anche sul caso Sangiuliano e sull’audio della moglie.

Per il leghista Stefano Candiani, invece, “occorrerebbe una riflessione sulle tempistiche”, con particolare riferimento all’inchiesta sul Garante per la Privacy dopo la sanzione ricevuta da Report. Su questo, il conduttore risponde spiegando che da mesi la trasmissione stava lavorando all’inchiesta sulle inefficienze del Garante e sulla situazione al suo interno. Sui tempi, il conduttore sottolinea che la questione della sanzione si è aperta proprio il 17 ottobre, “a poche ore dall’attentato”. Ranucci parla poi del Garante e sottolinea che è “solo apparentemente imparziale” rappresentando i partiti e che proprio questo verrà dimostrato anche nella prossima puntata della trasmissione. Tornando poi alla questione della privacy, Ranucci spiega: “Nel caso Sangiuliano abbiamo considerato quell’audio di interesse pubblico”. E Ranucci si chiede come non si possa considerare d’interesse pubblico quando “un personaggio pubblico chiede al marito, ministro, di interrompere un contratto”. Considerando che nello stesso giorno “è stato poi chiesto di interrompere il contratto”.

Sulle accuse relative ai costi, Ranucci sottolinea come Report sia “la trasmissione più virtuosa tra le prime serate”, mentre il conduttore parla della gravità dei tagli alla trasmissione, che a suo giudizio mortifica il merito. Ranucci torna anche sull’attentato: “Io non riesco a collegarlo a nessun evento in particolare, ho dato ai magistrati delle informazioni sulle inchieste che stiamo facendo”. Come quelle sullo sviluppo dell’eolico in Veneto e “abbiamo scoperto delle connessione tra Matteo Messina Denaro, la ‘Ndrangheta” e apparati politici. E nello stesso giorno dell’attentato, il collaboratore di giustizia che aveva parlato con Report è stato “trasferito d’urgenza”. Un’altra pista è il ritrovamento di una mitragliatrice in un cantiere navale e “dall’inchiesta è nato un approfondimento sugli interessi della criminalità organizzata”.

La risposta di Fazzolari

Dopo quanto accaduto è arrivata la risposta di Fazzolari attraverso le colonne del Corriere della Sera. “Mi auguro che la Procura di Roma stia facendo tutto il possibile per individuare, in tempi brevissimi, i responsabili di un atto così grave. Perché è evidente come qualcuno stia cercando di strumentalizzare questo ignobile episodio per attaccare il governo, facendone a tutti i costi una questione politica”, spiega il sottosegretario.

L’intervistatore chiede a cosa si riferisca e il politico di FdI spiega: “Prima la Schlein, leader del principale partito di opposizione, dice che con il centrodestra al governo la democrazia è a rischio e i giornalisti subiscono attentati. Poi Scarpinato, esponente di spicco del M5S, va addirittura in Antimafia a chiedere al conduttore di Report se c’è un nesso tra quell’attentato e un esponente del governo, il sottoscritto. Direi che il limite della decenza è stato ampiamente superato”.

Come fa notare il cronista, a marzo, al Parlamento europeo, Ranucci lo aveva già accusato di aver ordinato ai servizi di spiarlo. In quell’occasione, fa notare il giornalsita, “lei rispose che i servizi non dipendono da me, comunque non ne sarebbe valsa la pena”. Sul punto Fazzolari precisa: “Ho annunciato un’azione legale, accompagnandola all’offerta di una possibile mediazione. Mi sarei fermato se Ranucci avesse smentito. Lui ha rifiutato e ieri, con l’aiuto di Scarpinato, ha messo in scena un altro grottesco siparietto. Se ti viene chiesto se c’è un collegamento tra l’attentato che ti ha colpito e un esponente del governo, la risposta dovrebbe essere molto chiara: ‘no’. Ranucci, al contrario, ha chiesto di secretare la sua risposta, alimentando così il sospetto che quel collegamento ci fosse davvero. Se non andassi avanti con un’azione legale, finirei con l’avvalorare le accuse di Ranucci. Se invece scegliessi di tutelarmi, verrei accusato di intimidire la stampa”.

“Le accuse – conclude Fazzolari – sono troppo gravi per farle cadere nel vuoto. Valuterò cosa fare, anche se da più parti mi viene detto che è quasi impossibile ottenere giustizia in tribunale con Report”.

di Stefano Rizzuti

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