Meloni sale al Colle: tiene il punto e rilancia la versione di Bignami

Da una parte chiede un incontro al Colle, dall’altra Meloni tiene il punto e rilancia la versione di Bignami

Meloni sale al Colle: tiene il punto e rilancia la versione di Bignami

Da una parte chiede un incontro al Presidente della Repubblica per fugare l’ennesimo sospetto di scontro istituzionale ai massimi livelli. Dall’altra tiene il punto e rilancia. Giorgia Meloni ieri, in tarda mattinata, è salita al Colle per incontrare Sergio Mattarella, dopo che il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, aveva chiesto al Quirinale di smentire un articolo pubblicato sul quotidiano La Verità, con frasi su Meloni, il Pd e gli scenari politici futuri attribuite a Francesco Saverio Garofani, consigliere del presidente della Repubblica.

Meloni chiede l’incontro al Colle ma tiene il punto e rilancia la versione Bignami

Bignami, in un secondo momento, ha provato a correggere il tiro precisando di non riferirsi al presidente della Repubblica (“Non mi permetto di tirare in mezzo il Colle”) ma a Garofani. Era a lui – ha spiegato – che chiedeva la smentita. Una linea condivisa anche dalla prima fila del partito, Giovanbattista Fazzolari e Giovanni Donzelli, e soprattutto dalla premier, che quella stessa linea ha portato sul tavolo di Mattarella.

Il Presidente del Consiglio ha ritenuto che la richiesta di smentita formulata dall’onorevole Bignami non fosse un attacco al Quirinale, ma al contrario un modo per circoscrivere la vicenda al suo ambito reale, anche a tutela del Colle. Era intenzione, da parte del partito di maggioranza relativa, intervenire per fugare ogni ipotesi di scontro tra due istituzioni che invece – è la loro lettura – collaborano per il bene della Nazione. Si riteneva che dovesse essere il diretto interessato, ovvero il consigliere Garofani, a chiarire, per chiudere immediatamente la questione. Questo è quanto hanno riferito fonti di Palazzo Chigi al termine del faccia a faccia.

Il rammarico di Giorgia

Meloni ha espresso a Mattarella “il suo rammarico per le parole istituzionalmente e politicamente inopportune pronunciate in un contesto pubblico dal consigliere Francesco Saverio Garofani e riportate da un noto quotidiano italiano”. In ogni caso, riferiscono sempre le stesse fonti, con la sua visita al capo dello Stato è stata intenzione della presidente del Consiglio “rimarcare che non esiste alcuno scontro istituzionale” e “ribadire la sintonia istituzionale che esiste tra Palazzo Chigi e il Quirinale, mai venuta meno fin dall’insediamento di questo governo e della quale nessuno ha mai dubitato”.

Tre anni di tensione tra Colle e Palazzo Chigi

In realtà, in questi tre anni i dubbi sono stati molti, e la letteratura sul tema è ormai ampia. L’ultimo rilievo del Colle è stato sulla festa di San Francesco. Ma la carrellata è lunga: dalla norma di Salvini che voleva allentare i controlli antimafia per il ponte sullo Stretto ai balneari, dalla carne sintetica alla decretazione d’urgenza, dallo scontro con la Francia sui migranti fino alle manganellate agli studenti. Ciò che conta oggi è che l’incontro chiarificatore, più che sciogliere del tutto i nodi, ne ha messi in luce di nuovi.

Meloni ha tenuto il punto e i suoi hanno rilanciato. “Bignami si è limitato a fare la cosa istituzionalmente più corretta: chiedere al diretto interessato di smentire, proprio per non tirare in ballo il Quirinale e il presidente Mattarella in uno scontro istituzionale. La reazione scomposta del Pd e della sinistra – ha detto Lucio Malan di FdI – nasce dal fatto che avrebbero voluto che anche FdI, come loro, sostenesse che la notizia riportata da La Verità fosse una semplice fake news. Ma oggi il consigliere Garofani conferma la veridicità della notizia”.

Il rammarico di Garofani

In un colloquio con il Corriere della Sera, Garofani ha detto di essere “molto amareggiato, per me e per i miei familiari. Mi spaventa la violenza dell’attacco e quel che fa male è l’impressione di essere stato utilizzato per colpire il presidente. Era una chiacchierata in libertà tra amici”. Il condirettore de La Verità conferma l’articolo e sostiene l’esistenza di registrazioni delle parole di Garofani. Ma questa, semmai, è materia per un’altra puntata.