La controproposta di pace per l’Ucraina messa nero su bianco da Regno Unito, Francia e Germania prova a rimettere in moto un negoziato rimasto per mesi sospeso tra annunci e spiragli mai davvero concreti che, alla fine della fiera, ha fatto comodo soltanto alla Russia di Vladimir Putin. I tre Paesi europei, come annunciato dopo la presentazione di una bozza di accordo dall’amministrazione di Donald Trump, hanno preso il piano statunitense e lo hanno passato al setaccio, letteralmente punto per punto, con l’obiettivo di renderlo “accettabile” per tutte le parti in causa.
L’idea è quella di coinvolgere non solo Kiev e Mosca, ma anche la Nato così da dotare l’Europa di un runnovato equilibrio di sicurezza che possa mettere fine alle guerre di aggressione. A riportare i contenuti della proposta europea è la Reuters, che parla di un “documento fitto, costruito a partire dalla premessa che la sovranità dell’Ucraina debba essere riaffermata senza margini di ambiguità“.
La modifica più rilevante
Guardando alla bozza europea è facile notare come la prima modifica rilevante riguarda il punto 3 del piano statunitense: la clausola che limitava l’espansione della Nato e vietava alla Russia future invasioni è stata completamente rimossa. Al suo posto, gli europei propongono un patto di non aggressione totale tra Russia, Ucraina e Alleanza Atlantica, pensato per chiudere più di tre decenni di zone grigie e ombre. Sempre secondo i Paesi Ue, una volta firmato l’accordo di pace, dovrà necessariamente essere avviato un dialogo formale Mosca-Nato sulle questioni di sicurezza, al fine di mettere a punto un quadro stabile di de-escalation e favorire non solo la sicurezza globale ma anche nuove opportunità economiche.
Per Kiev vengono previste garanzie di sicurezza definite “solide”, accompagnate da un limite alle forze armate fissato a 800mila uomini in tempo di pace. Non ci sono novità circa il meccanismo di ingresso nella Nato dell’Ucraina che, come da trattati, resta vincolato al consenso unanime dei membri dell’Alleanza. Un consenso che, come noto, attualmente non c’è e difficilmente potrà mai verificarsi. Guardando alla Nato, sempre secondo il documento, l’unico impegno sarebbe quello di non stanziare truppe permanenti nell’ex repubblica sovietica, con i caccia dell’Alleanza – almeno quelli europei – che verrebbero stanziati in una base in Polonia per essere pronti in caso di violazioni degli accordi.
Ucraina, la controproposta di pace dell’Ue che modifica il piano degli Stati Uniti
Com’è facilmente intuibile il capitolo più delicato riguarda la garanzia statunitense per una pace duratura. Proprio per risolvere questo punto, la bozza europea prevede un meccanismo che rispecchierebbe l’articolo 5 della Nato. In tal senso Washington riceverebbe un risarcimento per la copertura offerta e viene espressamente previsto che la garanzia di sicurezza decadrebbe immediatamente in caso di attacco ucraino alla Russia, mentre scatterebbe in caso di nuova invasione russa, con sanzioni globali ripristinate automaticamente e la cancellazione di ogni riconoscimento territoriale ottenuto da Mosca.
Sempre in ottica di garantire la sopravvivenza dello Stato ucraino, l’Europa prevederebbe – sempre stando alla bozza presentata – un percorso accelerato che permetta l’adesione di Kiev all’Unione europea. Un passaggio che verrebbe accompagnato, per tutta la durata dell’iter di adesione, dall’accesso temporaneo e preferenziale al mercato unico.
Il business della ricostruzione
Ma il nucleo più corposo del documento riguarda la ricostruzione che, dopo tre anni di guerra, dovrà riparare le ferite subite dal popolo ucraino. Per questo viene previsto un programma multilivello che comprende un Fondo di Sviluppo dedicato ai settori tecnologici, alle infrastrutture energetiche, alle aree urbane distrutte e all’estrazione di minerali e risorse naturali. Un capitolo in cui viene ribadito anche il compito della Banca Mondiale che dovrebbe predisporre un pacchetto di finanziamenti specifico, dando il via a un monitoraggio attento dei fondi erogati.
Ma non è tutto. Il testo affronta anche il futuro della Federazione russa, per la quale viene immaginato e previsto un percordo di reintegrazione – lento e graduale – della sua economia, da cui è stata sostanzialmente espulsa dall’inizio dell’invasione, in quella globale. Per arrivre a ciò viene espressamente riconosciuto l’allentamento delle sanzioni che avverrebbe per fasi, mentre viene redatto un lungo elenco di cooperazioni possibili tra Stati Uniti e Russia – energia, risorse naturali, intelligenza artificiale, data center, Artico – che metterebbe solide basi per arrivare a un equilibrio di interessi capace di risolvere decenni di tensioni. Tra gli obiettivi finali viene previsto anche e soprattutto il ritorno della Russia nel G8.
Le altre misure contenute nella bozza europea
Ma non sono tutte rose e fiori. Per quanto riguarda il nodo territoriale, l’Ucraina si impegnerebbe a non tentare la riconquista militare delle zone occupate con i negoziati che partirebbero dalla linea del fronte. Sulla base delle trattative e una volta raggiunto un accordo soddisfacente per tutte le parti, Russia e Ucraina sarrano chiamate a impegnarsi a non modificarlo in nessun modo, neanche con l’uso della forza. Proprio per questo le garanzie di sicurezza saranno vincolate al rispetto dei patti e verrebbero sospese automaticamente in caso di palese violazione. Sono previste anche disposizioni pratiche: dal libero uso ucraino del Dnepr agli accordi per il passaggio del grano nel Mar Nero.
Altrettanto importante è il documento dedica ampio spazio ai temi umanitari, con un comitato incaricato di coordinare lo scambio “tutti per tutti” dei prigionieri, il rimpatrio dei civili detenuti, il ritorno dei bambini trasferiti in Russia e un programma di ricongiungimento familiare. Le elezioni ucraine dovrebbero tenersi al più presto dopo la firma dell’accordo.
I nodi irrisolti della controproposta di pace e la risposta di Mosca
Esattamente come già previsto dal piano statunitense anche quello europeo prevede che la supervisione dell’intero impianto sarebbe affidata a un Consiglio di Pace presieduto da Donald Trump. Al neonato organismo internazionale verrebbe riconosciuto un sistema di sanzioni immediate in caso di violazione che, però, deve essere ancora spiegato nel dettaglio. Il cessate il fuoco scatterebbe al momento della firma, con un ritiro simultaneo nei punti concordati e un monitoraggio definito da Kiev e Mosca sotto supervisione americana.
La controproposta europea appare, nelle sue intenzioni, come un tentativo di ridare centralità al continente in un negoziato complesso, cercando un equilibrio tra fermezza, garanzie e realpolitik. Resta però da capire quanto le condizioni poste – soprattutto quelle territoriali e quelle sulle garanzie – possano risultare accettabili per i due protagonisti della guerra. Del resto da Mosca hanno già fatto sapere – seppur al momento solo in maniera ufficiosa – che la proposta europea è “irricevibile” ed è ben lontana, sempre secondo il Cremlino, dal prendere atto da quanto emerge dal campo di battaglia.