Taiwan, Lai avverte: “La Cina accelera i preparativi militari per un’azione di forza”

Il presidente taiwanese William Lai denuncia una crescente pressione militare da parte della Cina e annuncia un rafforzamento della difesa

Taiwan, Lai avverte: “La Cina accelera i preparativi militari per un’azione di forza”

Taiwan torna a lanciare l’allarme sulla crescente pressione militare della Cina. Il presidente William Lai, in una conferenza stampa particolarmente tesa, ha denunciato che Pechino starebbe “accelerando i preparativi” per un’eventuale azione di forza contro l’isola. Una lettura che, secondo Taipei, impone un adeguamento rapido delle proprie capacità difensive.

Lai ha fissato un obiettivo preciso: raggiungere entro il 2027 un livello di prontezza militare considerato sufficiente a scoraggiare qualsiasi tentativo di invasione. La data non è casuale: coincide con il centenario dell’Esercito popolare di liberazione, una ricorrenza che secondo Taipei potrebbe essere sfruttata da Pechino per rafforzare la narrativa della “riunificazione”.

Taiwan, Lai avverte: “La Cina accelera i preparativi militari per un’azione di forza”

Il presidente ha inoltre ribadito che la vera minaccia non sarebbe solo un attacco diretto, ma una possibile resa politica dell’isola. “Qualsiasi compromesso di fronte all’aggressione porterebbe solo alla guerra”, ha affermato, un messaggio che intende chiudere la porta alle pressioni diplomatiche cinesi.

Il governo ha già presentato un extra budget per la difesa da 40 miliardi di dollari, destinato a missili, droni, tecnologie avanzate e progetti di intelligenza artificiale sviluppati anche in collaborazione con gli Stati Uniti. Washington, però, continua a mantenere un’ambiguità strategica: si oppone all’uso della forza da parte di Pechino, ma non ha mai chiarito se interverrebbe militarmente in caso di conflitto nello Stretto.

L’ultimo segnale d’allarme arriva anche dal contesto internazionale. Nella telefonata con Donald Trump, il presidente cinese Xi Jinping ha definito il ritorno di Taiwan alla Repubblica popolare “parte dell’ordine internazionale del dopoguerra”. Parole respinte da Taipei, che rifiuta di essere assimilata al modello “un Paese, due sistemi”, già sperimentato a Hong Kong. Il confronto, politico e militare, appare destinato a intensificarsi nei prossimi mesi.