Governo in tilt sulla Finanziaria. Adesso prova a riscriverla

Affitti brevi, banche, Tobin tax, dividendi e pacchi. Il governo ‘riscrive’ la manovra varata tre mesi fa in consiglio dei ministri

Governo in tilt sulla Finanziaria. Adesso prova a riscriverla

Affitti brevi, banche, Tobin tax, dividendi e pacchi. Il governo ‘riscrive’ la manovra varata tre mesi fa in consiglio dei ministri. E lo fa con tutta una serie di emendamenti che riformulano numerose parti della legge di Bilancio. Dal valore complessivo di un miliardo. Cambiano gli affitti brevi: viene cancellato l’aumento della cedolare secca e viene ripristinata la legge attuale che prevede il 21% per la prima casa affittata e poi il 26% dalla seconda. Il nuovo testo riduce però a due case affittate quelle oltre le quali scatta l’attività imprenditoriale. Cambia anche la norma sui dividendi, con la stretta che viene limitata alle partecipazioni sotto il 5% o di valore fino a 500 mila euro: l’effetto finanziario è una forte riduzione del gettito che passa da circa 1 miliardo a regime a circa 33 milioni.

Il governo riscrive la Manovra

Per le banche arriva la riduzione della deducibilità sulle perdite pregresse, che garantirà risorse per circa 600 milioni in due anni. Per le assicurazioni sale al 12,5% dal 2026 l’aliquota sulla polizza rc auto per gli infortuni al conducente, che comporta poco più di 100 milioni l’anno. C’è poi il raddoppio immediato della Tobin tax, l’imposta sulle transazioni finanziarie, che sale allo 0,4% dal 2026. Arriva anche la cosiddetta tassa sui pacchi: un “contributo” di 2 euro per quelli provenienti da paesi extra Ue e di valore dichiarato fino a 150 euro, con effetti finanziari stimati in 112 milioni il primo anno e 245 dal 2027.

Arrivano le riformulazioni anche di micro-norme

Accanto ai capitoli più corposi arrivano una serie di emendamenti su micro misure . Un primo pacchetto di quattro emendamenti va dai 6 milioni per i 2.500 della città di Napoli ai 180 mila euro per le nomine nell’Autorità garante per i diritti dell’infanzia, fino all’aggiunta del ministero dell’Interno e dell’Aci tra le pubbliche amministrazioni che cooperano con I’Inps per la predisposizione dell’Isee precompilato. In un’altra tranche di sei emendamenti si va dall’audit per le regioni che non raggiungono la soglia minima per l’assistenza sanitaria nell’ambito dei Livelli essenziali di assistenza al rimborso spese per il Comitato per il bicentenario della morte di Alessandro Volta.

Protestano le opposizioni. “Per un mese la Commissione Bilancio è stata completamente ferma” e ora “l’esecutivo è costretto a riscrivere un testo che non stava in piedi a causa delle guerre intestine della maggioranza”, denuncia il Pd.

Giorgetti prova a mediare tra la Bce e l’oro di Bankitalia che appartiene al popolo

La questione delle riserve d’oro di Bankitalia sarebbe stata intanto affrontata in un faccia a faccia a Bruxelles tra il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e la presidente della Bce Christine Lagarde nel quale, assicurano dal Mef, sarebbe stato “tutto chiarito”. Come si rileva in una lettera che il titolare del Tesoro ha inviato alla Banca centrale l’8 dicembre. Da cui si evince anche quale dovrebbe essere il contenuto dell’ultima versione della proposta di modifica in arrivo al Senato, con un esplicito riferimento al rispetto delle norme di cui agli articoli 127 e 130 del Trattato dell’Unione europea, proprio come suggerito dalla stessa Bce.

Il riferimento che le riserve appartengono al popolo dovrebbe rimanere, ma con una specifica. La disposizione, spiega il ministro nella lettera, “è volta a chiarire nell’ordinamento interno che la disponibilità e gestione delle riserve auree del popolo italiano sono in capo alla Banca d’Italia in conformità alle regole dei Trattati”.

Il dossier di FdI

Che il tema sia caro a FdI lo testimonia un dossier intitolato ‘Oro di Bankitalia al popolo italiano: smontiamo le fake news’ stilato dal partito della premier per i gruppi parlamentari. La necessità di specificare con una norma che la proprietà delle riserve auree di Bankitalia sia del popolo italiano – si spiega nella nota informativa – è legata anche al fatto che il capitale di via Nazionale, “comprese quindi le riserve auree”, sia detenuto da banche, assicurazioni, fondazioni, enti ed istituti di previdenza: “in molti casi si tratta di soggetti privati, alcuni dei quali controllati da gruppi stranieri” e “l’Italia non può correre il rischio che soggetti privati rivendichino diritti sulle riserve auree degli italiani. Per questo c’è bisogno di una norma che faccia chiarezza sulla proprietà”.