Sparò ai Carabinieri a Palazzo Chigi, per Preiti chiesta una pena più aspra in appello: 18 anni. In primo grado condannato a 16 anni

Una pena più aspra in appello per Luigi Preti, l’uomo che fece fuoco davanti a Palazzo Chigi il 28 aprile 2013 ferendo gravemente il brigadiere dei Carabinieri Giuseppe Giangrande. A chiedere una condanna più dura il procuratore generale di Roma, Francesco Mollace, che ha concluso la sua requisitoria chiedendo una condanna a 18 anni. Preiti in primo grado è stato condannato con rito abbreviato a 16 anni di reclusione con l’accusa di tentato omicidio plurimo, porto abusivo d’armi e ricettazione. Mentre la difesa di Preiti ha richiesto una nuova perizia psichiatrica per l’uomo. Nel processo di primo grado la perizia aveva dichiarato l’uomo capace di intendere e volere al momento del fatto. Il processo proseguirà il prossimo 10 febbraio quando concluderanno gli avvocati difensori e arriverà la seconda sentenza sul caso. All’udienza era presente anche la figlia di Giangrande, Martina, che però ha preferito non parlare. Il padre venne raggiunto da un colpo di pistola che raggiunse la spina dorsale procurandogli di fatto la paralisi quasi totale del corpo. Un’azione compiuta da Preiti nel giorno in cui il governo Letta giurò davanti al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. L’uomo voleva compiere un gesto eclatante, come dichiarato proprio da lui, e non gli è stata concessa alcuna attenuante perché secondo i giudici di primo grado “non ha sparato alla cieca, mirò specificamente alle singole persone”. Il brigadiere Giangrande, intanto, è ancora impegnato in una difficile riabilitazione.