A Conte molti voti in fuga dal Pd. E così sorpassa la Lega

L'ex premier Giuseppe Conte: "È l'ora della verità, la coerenza paga. Adesso non è più tempo di giochi di palazzo o teatrini politici".

A dirlo è stato lo stesso Giuseppe Conte: “Adesso non è più tempo di giochi di palazzo o teatrini politici. Adesso è il tempo del confronto con i cittadini, io giro le piazze da Nord a Sud e vedo un rinnovato entusiasmo da parte dei cittadini che riconoscono la nostra coerenza e la nostra forza”, ha detto l’ex presidente del Consiglio in un punto stampa a Volturara Appula.

L’ex premier Giuseppe Conte in tour da Volturara Appula: “È l’ora della verità, la coerenza paga”

“Adesso non ci sono più le bugie e quel clamore mediatico che ha distorto completamente la nostra immagine politica e ha frainteso in buonafede o alterato in malafede le nostre battaglie politiche. Ora è il momento della verità. Di questa rimonta eravamo certi, i cittadini apprezzano le nostre battaglie politiche”.

Il riferimento, neanche tanto velato, è alla cavalcata del Movimento cinque stelle che, da un iniziale e stringato 7-8%, ora invece secondo i sondaggi è la terza forza del Paese dietro soltanto a Fratelli d’Italia e Partito democratico. L’operazione sorpasso-Lega, dunque, è completato. Questo il risultato dell’ultimo sondaggio IZI “Scenari di governo”, e pubblicato dal Fatto Quotidiano, che ha rilevato le intenzioni di voto di un campione di elettori tra il 30 e il 31 agosto.

Fratelli d’Italia al 24,5% avanti di 2.7 punti sul Partito democratico fermo al 21.8%. Il Movimento 5 Stelle, appunto, sorpassa la Lega: 13% contro 12%. Segue Forza Italia all’8.0% mentre ancora distanti sembrano Azione/Italia Viva al 5.2% e Sinistra Italiana/Europa Verde al 4.5%. Sotto il quorum del 3, ItalExit al 2.6% e + Europa al 2.0%. Poi l’Unione Popolare con de Magistris all’1.4%, Impegno Civico di Di Maio allo 0.6% come i centristi di Noi moderati.

Inevitabile, ovviamente, chiedersi quali sono le ragioni di questa rimonta insperata fino a solo poche settimane fa. Innanzitutto, l’offerta politica. Diversa da tutte le altre proposte dalle altre coalizioni: dalla transizione ecologica, fino al salario minimo (proprio ieri ha ribadito: “Il 25 settembre saremo gli unici a proporre il salario minimo legale a 9 euro l’ora, perché oltre 4 milioni operatori e lavoratrici guadagnano 3, 4 o 5 euro l’ora e questo non consente loro neppure di arrivare a fine mese e fare la spesa. Abbiamo bisogno di restituire loro dignità sul lavoro, come prescrive la Costituzione”), passando per la lotta alla mafia, tema riguardo al quale, sempre ieri, Conte ha rimarcato come il Movimento sembri l’unica forza che voglia occuparsi concretamente del fenomeno criminale.

Il grande ostacolo che adesso potrebbero però incontrare i Cinque stelle è quello del voto utile, argomento non a caso su cui Enrico Letta pare voglia battere per non perdere consenso e, in parallelo, per cercare di rubacchiare consensi a Giorgia Meloni. Anche su questo, però, Conte è stato chiaro: “Non abbiamo accettato ammucchiate con chiunque pur di presentarci con un cartello elettorale”, ha spiegato il leader del M5S a Volturara Appula (Foggia), in riferimento proprio alle dichiarazioni di Letta secondo cui l’unico voto utile per battere la destra è quello dal al Partito democratico.

“Letta – ha precisato Conte – vuole costruire un inganno per i cittadini, volendo bipolarizzare questa partita politica e facendo credere che l’unico da votare in alternativa alle ricette insostenibili e inadeguate della destra della Meloni sia lui con il Pd”.

Un concetto che l’ex presidente del Consiglio ha precisato anche in serata: “Per Letta un voto a noi è un voto alla Meloni? Questa è una mistificazione che non possiamo accettare, è assolutamente ridicolo far credere agli italiani ciò. Peraltro è inaccettabile creare una contrapposizione del male contro il bene”. Semplificazioni che sanno di paura della sconfitta e assenza di una ricetta forte e concreta in cui credere.