Oltre 300mila bambini sono a rischio a causa della malnutrizione a Gaza. Le cifre non vengono fornite dalle autorità palestinesi, sempre ignorate e prese di mira da Israele. Ma dalle Nazioni Unite. Eppure anche questo dato probabilmente verrà ignorato dal governo di Tel Aviv, sempre pronto ad attaccare anche l’Onu sostenendo che sia di parte.
Il Programma alimentare mondiale (Pam) delle Nazioni Unite evidenzia come la malnutrizione acuta nella Striscia di Gaza stia aumentando “vertiginosamente, con oltre 300mila bambini a rischio grave”. Il dato arriva “dopo un recente allarme lanciato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), secondo cui solo l’1,5% dei terreni coltivabili nell’enclave rimane accessibile e intatto, segnalando un collasso quasi totale della produzione locale di cibo”.
L’allarme dell’Onu: a Gaza 300mila bambini a rischio malnutrizione
L’allarme dell’Onu sui 300mila bambini a rischio non sembra però scalfire Israele. Solo nelle ultime 24 ore, come riporta Al Jazeera, il ministero della Salute di Gaza ha registrato “cinque decessi dovuti a carestia e malnutrizione, tra cui due bambini”. Il numero totale di decessi correlati alla fame dal 7 ottobre 2023 sale così a 227, di cui 103 bambini.
Eppure Tel Aviv continua a bollare come falsi questi dati. Il Coordinatore israeliano delle attività governative nei territori (Cogat) accusa Hamas di gonfiare le cifre dei morti per malnutrizione, sostenendo inoltre che le persone decedute soffrissero di altre patologie. Secondo Israele, quella sulle cifre dei morti per malnutrizione sarebbe “una campagna orchestrata come parte di un più ampio sforzo per screditare lo stato di Israele e ottenere vantaggi politici”.
Intanto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha chiesto “un’indagine indipendente e imparziale” sull’uccisione a Gaza di sei giornalisti di Al Jazeera da parte di Israele. “Questi ultimi omicidi mettono in evidenza i rischi estremi che i giornalisti continuano ad affrontare quando coprono la guerra in corso”, afferma il portavoce delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric.