Le Lettere

Accise e facce toste

Il governo dice che pareggia le accise sui carburanti, perché diminuisce quelle sulla benzina e aumenta quelle sul diesel. Ma quale pareggio e pareggio! Si vende molto più diesel che benzina, quindi non pareggia un bel niente, paghiamo più di prima. Che facce toste.
Alessia Parini
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Gentile lettrice, in effetti nel ramo facce toste il governo Meloni surclassa tutti i governi che l’hanno preceduto, e non era facile battere Pd e Berlusconi in tale specialità. Quanto alla legge di bilancio, siamo partiti da “via le accise” e siamo arrivati a “pareggiamo le accise” che invece, come lei dice, non è un pareggio ma un aggravio di spesa travestito, perché la grande maggioranza degli automobilisti usa il diesel. Tant’è vero che il governo prevede dalle accise maggiori entrate per 1,2 miliardi nel triennio. Se fosse un pareggio, le entrate non aumenterebbero. E già che c’è, il governo aumenta anche i prelievi sui tabacchi (con ricavo di ulteriori 1,5 miliardi) e sugli affitti brevi. Però il governo è buono e generoso, tant’è vero che si prodiga per il bene dei pensionati più poveri. Pensi che 1,1 milioni di italiani, superati i 70 anni e in condizione di indigenza, si vedranno aumentare la pensione di ben 12 euro al mese. Come dice? È poco? Signora mia, mica è colpa del governo se quelli sono pensionati e indigenti. Invece di fare i pensionati, potevano fare i sottosegretari o i ministri, e allora avrebbero avuto un aumento di stipendio di 7.100 euro al mese. Ah, no, scusi, non si chiama più “aumento di stipendio”, adesso lo chiamano “rimborso spese per l’espletamento delle proprie funzioni”, è scritto così.