Addio al Superbonus, per quali casi vengono definitivamente cancellati sconto in fattura e cessione del credito

Il nuovo decreto imprime una nuova stretta al Superbonus: per quali casi vengono cancellati cessione del credito e sconto in fattura.

Addio al Superbonus, per quali casi vengono definitivamente cancellati sconto in fattura e cessione del credito

Ancora una stretta. Ancora un passo in avanti verso la definitiva cancellazione di ciò che resta del Superbonus. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha presentato in Consiglio dei ministri un decreto che di fatto introduce una nuova stretta ai bonus edilizi. In particolare viene prevista l’eliminazione delle sconto in fattura e della cessione del credito per quei pochi casi in cui erano ancora previsti. 

Il decreto legge, di fatto, assesta un’ulteriore stretta sul Superbonus e sulla cessione del credito, con l’obiettivo – dichiarato da Giorgetti – di sistemare i conti ed evitare nuove spese in futuro. Ma per quali casi viene eliminato lo sconto in fattura?

Nuova stretta al Superbonus: per quali casi vengono eliminati sconto in fattura e cessione del credito

Finora lo sconto in fattura e la cessione del credito erano rimasti in pochi casi. Tra questi ci sono le opzioni esercitate dagli enti del terzo settore e i lavori legati alla ricostruzione nelle zone colpite dal terremoto. Sono due eccezioni rispetto alle regole generali che già prevedono l’addio alla cessione del credito da tempo. Si tratta, peraltro, di casi statisticamente molto marginali. Ma comunque troppo costosi a giudizio del governo. 

In attesa del testo definitivo del decreto, resta da capire se c’è la possibilità che qualche esenzione rimanga, anche se le parole di Giorgetti sembrano escludere questa ipotesi. Inoltre bisognerà capire se chi ha già firmato i contratti ricorrendo alla cessione del credito possa o meno continuare a usufruirne. Insomma, toccherà capire se lo stop sarà retroattivo. Con il rischio che qualche cantiere si debba fermare, nel caso in cui sia partito solo grazie alla cessione del credito. 

Diventa ancora più vincolante, inoltre, la data del 4 aprile, quando dovranno essere comunicate all’Agenzia delle Entrate le opzioni per le spese effettuate nel 2023. Finora era prevista l’opzione della remissione in bonis che dava tempo fino al 15 ottobre, ma il nuovo decreto elimina questa possibilità. Così il governo sarà in grado di fare un bilancio definitivo sui costi ad aprile.