Al cinema da Perfetti sconosciuti. Le pagelle de La Notizia ai film nelle sale nel 2016. Amore e odio per la pellicola di Genovese, la più votata

Non è Natale ma Pasqua. Quindi alle sale cinematografiche si preferiscono sicuramente le gite. Tuttavia questi primi tre mesi dell’anno sono usciti film che meritano di essere visti ma che  hanno diviso l’opinione pubblica. Tanto per fare un esempio, il film Perfetti sconosciuti ha spaccato completamente la nostra redazione. La maggioranza lo ha votato come il miglior film uscito dall’inizio dell’anno, ma qualcuno gli avrebeb dato un bel 4 in pagella.

PERFETTI SCONOSCIUTI     8

di Paolo Genovese

Commedia coinvolgente e diversa dalle solite. Un tema che nessuno affronta ma che in realtà ci rispecchia tutti: la dipendenza del piccolo e letale telefonino, unita alla paura di mostrarsi per come si è realmente.  Le battute sono divertenti, intelligenti e soprattutto fanno riflettere, lasciandoci immedesimare nello stato d’animo dei personaggi seduti intorno al tavolo. Cast eccezionale.

ROOM                                      8

di Lenny Abrahamson

Un film emozionante, una storia che tocca le corde nascoste dell’animo e le fa vibrare. Un racconto che lascia capire cosa sia il mondo, cosa voglia dire “percepirlo” e quanto possa avere importanza anche solo una botola che dà sul mondo. L’interpretazione del piccolo Jacob Trambley è da applausi.

TAXI TEHERAN                       8

di Jafar Panahi

Una dichiarazione d’amore al cinema. Film girato in clandestinità, sfidando i divieti imposti dalle istituzioni culturali iraniane. Non un conducente qualsiasi ma lo stesso Panahi al volante di un taxi ci guida per le strade di Teheran raccontando, attraverso i suoi personaggi, un Paese in cui le contraddizioni si fanno sempre più stridenti.

LA CORTE                                        7,5

di Christian Vincent, con Fabrice Luchini e l’affascinante attrice danese Sidse Babett Knudsen, commedia leggera e intelligente, nella miglior tradizione francese. Luchini è un inflessibile giudice divorziato che perde la testa per un giurato e si trasforma letteralmente per amore.

THE DANISH GIRL                           7,5

di Tom Hooper

Una film intelligente, mai pesante con uno strepitoso Eddie Redmayne nei panni di Lili, la prima artista transessuale della storia. La sua interpretazione vale il prezzo del biglietto. Avrebbe potuto tranquillamente contendere il premio al cacciatore Di Caprio.

REVENANT                                       7

di Alejandro González Iñárritu

Fotografia e regia eccezionali. I premi Oscar a riguardo sono più che meritati. Al momento, Iñárritu non ha rivali sulla piazza. Preziosa anche l’interpretazione di Leonardo Di Caprio. Ecco, il “redivivo” è proprio lui.

IL CASO SPOTLIGHT                      6,5

di Tom McCarthy

Per carità, il film è bello e tratta con coraggio lo spinoso tema dei preti pedofili. Ma come tutti i film “giornalistici” scimmiotta troppo un modello inarrivabile. Ossia Tutti gli uomini del presidente.

FOREVER YOUNG                           6,5

di Fausto Brizzi

La caratteristica dominante della storie che si intersecano tra i personaggi del film è il ifiuto di venire a patti con l’avanzare dell’età. Il mezzo secolo scatena reazioni e situazioni divertenti ma dal retrogusto molto amaro.

THE HATEFUL EIGHT                         6

di Quentin Tarantino

Un film che ha diviso anche i “tarantiniani”. C’è chi lo ritiene poco inferiore ai cult come Pulp Fiction, chi invece pensa sia distante anni luce. Per noi mancano quei dialoghi surreal-filosofici tipici dello stile di Quentin che, in questo film, si è lasciato andare troppo con l’amore per lo splatter che coondivide con l’amico (regista) Rodriguez.

LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT            5

di Gabriele Mainetti

Scoppiettante solo l’inizio. Per il resto la storia del supereroe interpretato da Claudio Santamaria, in salsa un po’ pasoliniana con venature di fantasy, non convince.

L’ABBIAMO FATTA GROSSA                 5

di Carlo Verdone

Una commedia diveretente con protagagonista Albanese a fianco di Verdone. Due personaggi un po’ sfigati un po’ soprendenti le cui situazioni sono spesso paradossali. Tuttavia chi si aspetta di vedere un film all’altezza dei migliori di Verdone resterà deluso. Il tempo passa per tutti.

QUO VADO?                                        4,5

di Checco Zalone

Ennesimo film zaloniano sulle malsane abitudini degli italiani (e come sempre in particolar modo dei meridionali).  Naturalmente, le battute divertenti ci sono ma niente di nuovo. Ci si aspettava di più. Molto più divertenti e originali i film precedenti.