Alemanno: “Basta armi a Kiev. Così la guerra non si fermerà mai”

Per l’ex ministro e sindaco di Roma, Gianni Alemanno, "è ora che il governo cambi rotta" sulla guerra in Ucraina.

Alemanno: “Basta armi a Kiev. Così la guerra non si fermerà mai”

Dopo quattordici mesi di guerra in Ucraina, la pace è lontana. Eppure in Occidente si dice che la Russia è a un passo dalla sconfitta mentre il Cremlino afferma il contrario. Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, già ministro e ora portavoce del comitato Fermare la Guerra, a chi dobbiamo credere?
“Essendo una guerra è normale che ci sia propaganda da una parte e dall’altra. Per questo dobbiamo guardare criticamente a entrambe le narrazioni, sia quella degli Usa che quella della Russia. Detto questo, le ultime notizie ci indicano che la situazione in Ucraina è molto più critica rispetto a quello che ci viene raccontato. Inutile girarci intorno, c’è il rischio che questo massacro continui con una lenta ma progressiva avanzata dei russi”.

L’Occidente punta tutto sull’invio di armi a Kiev e le sanzioni a Mosca. Questa strategia sta funzionando?
“Mi sembra evidente che non stia funzionando. Che le cose stiano così lo si capisce dal fatto che la guerra sta continuando con i russi che hanno invaso quattro regioni e non accennano a tornare indietro. Inoltre le sanzioni, per quello che ci dicono i dati economici, stanno facendo più male a noi europei che non ai russi. Mi sembra chiaro che questa strada è sbagliata e che così non si può pensare di fermare la guerra. Il problema è che nella narrazione dell’Occidente ci parla di uno scontro tra il bene, l’Ucraina, e il male, la Russia. Ma la realtà è che il bene assoluto in questa vicenda non esiste, perché Putin ha sbagliato a invadere l’Ucraina ma questa offensiva è arrivata dopo otto anni di guerra civile in cui gli ucraini non hanno voluto trovare alcuna soluzione pacifica in Donbass”.

Crede che Usa, Ue e Nato stiano facendo il necessario per arrivare alla pace?
“Fino ad ora la cosa paradossale è che non c’è stata alcuna proposta di pace dall’Occidente. Si continua soltanto a inviare armi a Kiev e a chiedere il ritiro a Mosca. Si tratta di una pretesa irrealistica anche perché l’Occidente è parte in causa nel conflitto. Tra l’altro faccio notare che così si sta generando un conflitto che nessuno può vincere e nessuno può perdere e che quindi rischia di continuare all’infinito. Per questo, soprattutto dopo le dichiarazioni di Macron sulla necessità di un’autonomia strategica dell’Ue dagli Usa, dobbiamo lanciare una proposta per sospendere l’invio di armi in cambio di un cessate il fuoco da parte dei russi. Da qui potrebbe partire un tavolo per la pace il cui esito non è scontato ma è meglio una trattativa interminabile che un conflitto interminabile”.

A chi conviene questa guerra?
“Gli Stati Uniti hanno tutto da guadagnare mentre l’Ue ha tutto da perdere e così sta dimostrando la propria sudditanza nei confronti degli Usa. In questo conflitto vedo una volontà degli Stati Uniti di subordinare sia la Russia che l’Ue e di creare un nuovo bipolarismo Usa-Cina che per noi europei sarebbe la condanna all’irrilevanza”.

Dal governo Draghi a quello Meloni continua la politica interventista sostenendo che la chiedono gli italiani…
“Tutti i sondaggi dicono che la maggioranza degli italiani sono contrari all’invio di armi. Questa volontà popolare è stata ignorata prima dal governo Draghi e ora da quello di Meloni. Se per Draghi la cosa era comprensibile visto che avevamo un Presidente del Consiglio di un governo tecnico legato alle banche d’affari americane, non si può dire altrettanto per l’attuale governo che è stato democraticamente eletto. Sin dal primo giorno del governo di Centrodestra io personalmente ho invitato l’esecutivo a cambiare atteggiamento perché dobbiamo fare i nostri interessi nazionali, ma fino ad ora non è successo”.

Come comitato ‘Fermare la Guerra’ chiedete lo stop all’invio di armi e il ritorno alle trattative. Perché questo conflitto deve terminare al più presto?
“Perché ci può essere in qualsiasi momento un incidente di percorso capace di causare un’escalation incontrollabile. Più si va avanti e più aumentano le qualità degli armamenti forniti a Kiev, più aumenta il rischio di un incidente. Ma anche se ciò non dovesse succedere non possiamo dimenticarci che ogni giorno sono i civili ucraini a pagare i costi di questa guerra”.

Quali iniziative volete portare avanti?
“Dobbiamo fare due cose. La prima è sostenere il Papa, l’unica autorità internazionale che si è spesa per la pace, facendogli sentire che non è solo. Una mobilitazione che stiamo facendo e vogliamo continuare a fare con tutti, senza schieramenti politici. Il secondo impegno è quello di far sentire la voce degli italiani così da modificare la posizione dell’esecutivo. Se il governo dovesse farlo, facendo sponda con Macron, allora potrebbe cambiare l’intera politica dell’Ue con Bruxelles che potrebbe imporsi come un mediatore in questo conflitto”.