L’allarme dell’Oms sulla Libia: 147 morti, 600 feriti e 18mila sfollati. Conte: “Auspichiamo un cessate il fuoco immediato e il ritiro delle forze di Haftar”

Allarme dell'Oms sulla Libia: 147 morti e oltre 600 feriti dall'inizio degli scontri

Il nuovo bilancio diffuso oggi dall’Organizzazione mondiale della sanità sulla situazione in Libia, a partire dall’inizio dell’offensiva delle forze fedeli al generale Khalifa Haftar contro Tripoli, lanciata il 4 aprile scorso, è di almeno 147 morti e 614 feriti. Gli sfollati, secondo le stime dell’organizzazione delle Nazioni Unite, potrebbero essere oltre 18mila. L’Oms sta schierando un team di chirurghi “per sostenere gli ospedali dell’area di Tripoli mentre affrontano il flusso dei casi di emergenza”.

Il premier Giuseppe Conte, che alle 19 dovrebbe incontrare a Palazzo Chigi il vicepremier del Governo di accordo nazionale della Libia, Ahmed Maitig, ha ribadito che l’Italia sta seguendo con attenzione l’evoluzione dell’escalation iniziata il 4 aprile nel Paese africano. “Oggi è una giornata molto impegnativa – ha detto il presidente del Consiglio -, siamo preoccupati, dobbiamo assolutamente scongiurare che possa proseguire questo conflitto armato. Abbiamo una precisa strategia, vogliamo una soluzione politica, farò di tutto perché tutti gli attori libici, ivi compresi gli esponenti della comunità internazionale, lavorino con noi per una soluzione pacifica”.

Al vicepremier del Qatar, Mohammed al Thani, in visita in Italia, Conte ha ribadito “la forte preoccupazione per questa deriva militare” in Libia aggiungendo che l’Italia non ritiene “che questa possa essere la soluzione. Auspichiamo un cessate il fuoco immediato e il ritiro delle forze dell’Lna”. “Non è il momento di dividerci – ha aggiunto il presidente del Consiglio – ma occorre lavorare concretamente. Si conferma in queste ore che, chi pensava che un’opzione militare potesse favorire una soluzione alla stabilità della Libia, viene smentito. Le soluzioni di forza affidate all’uso delle armi non portano mai a soluzioni sostenibile. Il dialogo politico si rivela ancora una volta l’unica opzione sostenibile”.

Intanto, in un’intervista a La Repubblica, il presidente del Consiglio presidenziale e primo ministro del Governo di Accordo nazionale della Libia, Fayez al-Sarraj, ha ringraziato l’Italia “per aver tenuto aperta la sua ambasciata, per mantenere in funzione l’ospedale da campo a Misurata, per il supporto politico che il governo Conte ci sta offrendo”. “Ma siamo di fronte a una guerra di aggressione – ha aggiunto al-Sarraj – che potrà diffondere il suo cancro in tutto il Mediterraneo”.

“C’è bisogno – ha aggiunto il presidente del Consiglio presidenziale libico – che l’Italia e l’Europa siano unite e ferme nel bloccare la guerra di aggressione di Khalifa Haftar, un uomo che ha tradito la Libia e la comunità internazionale. Non ci sono solo gli 800 mila migranti potenzialmente pronti a partire, ci sarebbero i libici in fuga da questa guerra, e nel Sud della Libia sono già ritornati in azione i terroristi dell’Isis che il governo di Tripoli con l’appoggio della città di Misurata aveva scacciato da Sirte 3 anni fa”.