È una partita aperta a qualsiasi risultato, che rischia indubbiamente di essere condizionata dall’attentato di tre giorni fa nel cuore di Parigi, l’ottavo dall’attacco alla redazione di Charlie Hebdo (gennaio 2015). Ma le elezioni presidenziali francesi, con circa 47 milioni di elettori chiamati oggi alle urne per il primo turno, nascondono anche un altro significato. Il voto si è trasformato in un referendum sull’Europa e, sullo sfondo, c’è il rischio di una Frexit che secondo gli analisti, dopo l’addio della Gran Bretagna, l’Ue non riuscirebbe a sopportare. L’ultimo sondaggio, realizzato da Odoxa per Le Point dopo l’attacco sugli Champs-Élysées, vede il centrista Emmanuel Macron (En Marche!) in testa con il 24,5% dei consensi, seguito dalla leader del Front National Marine Le Pen che ha guadagnato l’1% (23%), dal repubblicano François Fillon e dal candidato di estrema sinistra Jean-Luc Mélenchon, entrambi al 19%. Sostanzialmente fuorigioco Benoît Hamon, candidato di quel partito socialista che paga caro il fallimento di François Hollande. Il fatto che quasi tre elettori su 10 non sappiano ancora se e chi votare la dice comunque lunga sulla portata dello scontro.

Il voto dell’establishmnet – Sulla sponda opposta ci sono invece Macron e Fillon. Il primo, a cui guarda attentamente Matteo Renzi, è il solo che difende la Ue nella sua forma attuale. Macron intende rilanciare il motore franco-tedesco, in particolare per approfondire la zona euro con un bilancio autonomo e un ministro delle Finanze, conscio del fatto che tra i sei fondatori della Comunità europea la Francia è il secondo paese più importante e il partner privilegiato della Germania per guidare l’Europa. Fillon, favorito nella corsa all’Eliseo prima di essere travolto dal “Penelopegate” (lo scandalo del presunto impiego fittizio della moglie come assistente parlamentare), ha una visione della Ue più intergovernativa che comunitaria. Critico rispetto ad accordi commerciali come il Ceta, “François” è ovviamente contrario all’ipotesi-Frexit e si è detto pronto a lavorare con Angela Merkel per dotare la zona euro di una “governance politica”. Quattro storie, due destini per la Francia. Anche se per conoscere il vincitore sarà necessario il ballottaggio in programma domenica 7 maggio.
Twitter: @GiorgioVelardi