Per Carlo Nordio le richieste di chiarimenti sulla vicenda del torturatore Almasri che il governo italiano ha liberato e rispedito in Libia, sono “una petulante litania” e decide ancora di sottrarsi alle stesse richieste.
“Ancora una volta mi stupisco che da articoli di stampa che riportano notizie che – vere o false che siano – dovrebbero essere segrete, nasca una tiritera, una petulante litania che prosegue: almeno per rispetto del Tribunale dei ministri, aspettiamo le sue decisioni, aspettiamo la pubblicazione degli atti, dopo di che venendo meno il segreto istruttorio sarà nostro compito riferire in Parlamento”, ha detto il ministro della Giustizia al question time alla Camera.
Nordio si fa scudo dell’indagine in corso: riferirò dopo la pubblicazione degli atti
“Io sono indagato e tenuto al segreto istruttorio – ha ricordato il guardasigilli – Non capisco come di certi atti possano essere a conoscenza sia pure in modo parziale e inesatto gli organi di stampa, su questo dovremo fare un chiarimento”.
Nordio ha poi riletto un passo dell’informativa resa alle Camere il 5 febbraio: “La notizia informale dell’arresto è giunta la domenica, la relativa documentazione è arrivata al ministero dalla procura generale di Roma solo il lunedì alle 12,40: quindi non c’è nulla di nuovo e nessuna menzogna al Parlamento”.
Sul sequestro degli smartphone ha dichiarato: “In effetti c’è una fortissima contraddizione nel codice di procedura penale: per ottenere l’autorizzazione alle intercettazioni serve un provvedimento del giudice, per sequestrare uno smartphone è sufficiente per ora l’autorizzazione del pm. Stiamo lavorando per una congrua e rapida soluzione del problema”, ha assicurato Nordio.