Continua la mattanza a Gaza. Continua l’esercito israeliano a colpire senza pietà i palestinesi in fila per gli aiuti alimentari. Ieri è stato di 27 morti e oltre 90 feriti il bilancio degli spari delle forze armate israeliane (Idf) su folle di palestinesi, a circa mezzo chilometro dal complesso in cui vengono distribuiti aiuti della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), a Rafah. Una tragedia che si si aggiunge alle violenze registrate nei giorni scorsi nello stesso sito di distribuzione degli aiuti.
Secondo Mohammed Saqr, capo del personale infermieristico dell’ospedale Nasser, tra le 27 persone uccise ci sono 3 bambini e 2 donne. Il direttore dell’ospedale, Atef al-Hout, ha riferito che la maggior parte dei pazienti presenta ferite d’arma da fuoco. Si tratta del terzo incidente di questo tipo in tre giorni.
L’esercito israeliano sostiene che tra la folla in attesa di cibo ci fossero persone sospette
Secondo le truppe israeliane, sono stati individuati diversi sospetti che si avvicinavano a loro deviando dal percorso prestabilito, a circa mezzo chilometro dal complesso di aiuti. “I soldati hanno sparato colpi di avvertimento e, poiché non si sono dispersi, hanno aperto il fuoco”, ha affermato l’esercito, secondo quanto riferito dal Times of Israel.
A condannare i “massacri degli aiuti” è stato il Movimento dei Mujaheddin Palestinesi, affermando che gli attacchi mortali contro i richiedenti aiuti a Gaza sono “un crimine americano-sionista che riflette una politica sistematica di persecuzione del nostro popolo e di pratica delle forme più atroci di oppressione e ingiustizia contro di esso”.
Per l’Onu sparare sui civili in attesa di aiuti sono crimini di guerra
Per l’Alto Commissario Onu per i diritti umani, Volker Turk, gli “attacchi mortali” contro i civili nei pressi dei centri di distribuzione degli aiuti nella Striscia di Gaza costituiscono “un crimine di guerra”.
“Gli attacchi mortali contro civili che cercano di accedere a misere quantità di aiuti alimentari a Gaza sono inaccettabili”, ha dichiarato, ricordando che “per il terzo giorno consecutivo, persone sono state uccise nei pressi di un centro di distribuzione di aiuti gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation. Stamattina abbiamo ricevuto informazioni che decine di altre persone sono state uccise e ferite”.
Almeno dieci palestinesi, infatti, sono stati uccisi dai raid israeliani nella Striscia di Gaza ieri mattina, secondo l’agenzia di stampa Wafa citata dal Guardian. Tra le vittime anche due bambini, uccisi in un attacco contro un’abitazione che ospitava sfollati a Khan Yunis, nel sud dell’enclave.
L’Europa batte un timido colpo. Metsola: pronti a rivedere accordo Ue-Israele
Un crescendo di orrori che pare risvegliare qualche anima in Europa. “E’ in corso una revisione dell’accordo di associazione Ue- Israele, ci sono ministri degli Esteri che l’hanno chiesto, ed è in quel contesto che le relazioni saranno rivalutate. Noi non abbiamo mai evitato di porre domande e non avremo paura di farlo. E dove vediamo che vite umane, innocenti, civili, vengono bombardati indiscriminatamente, saremo i primi a parlare e i primi a condannare”. Lo ha detto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.
“La situazione a Gaza è catastrofica. Bambini, donne e uomini muoiono ogni giorno e noi, in quanto principale donatore di aiuti umanitari, dovremmo chiederci dove vanno a finire questi aiuti e come arriveranno alle persone che ne hanno più bisogno”, ha aggiunto Metsola.
Il ministero della Difesa spagnolo ha disposto l’annullamento di contratti che prevedono l’acquisizione di materiale bellico sviluppato con tecnologia israeliana, nello specifico missili Spike LR2 e un sistema lanciamissili chiamato Silam. Tale decisione di Madrid fa seguito a quella già annunciata da tempo di non realizzare operazioni dirette di compravendita di armi con Israele: un atto di presa di distanza rispetto alle azioni belliche del governo di Benjamin Netanyahu a Gaza e in Cisgiordania.