Altro che morto. Al Baghdadi torna con un audio di 46 minuti e minaccia ancora Europa, Russia e Stati Uniti. E parla pure di Corea del Nord

Era stato dato per morto il 28 maggio scorso dai russi in un loro raid aereo su Raqqa. Ma il leader dell'Isis Al Baghdadi è tornato a farsi sentire

Era stato dato per morto il 28 maggio scorso dai russi in un loro raid aereo su Raqqa, in Siria. Una circostanza alla quale in pochi, francamente, hanno creduto. A cominciare dagli Stati Uniti. E infatti ieri, con un lungo audio diffuso dal portavoce del sedicente Califfato Abu Hassan al-Muhajir, il leader dell’Isis Abu Bakr al Baghdadi è tornato a farsi sentire. Non avveniva dal novembre 2016. A darne notizia è stata Rita Katz, la direttrice di Site, l’organizzazione americana che monitora le attività dei jihadisti in Rete.

Nel testo letto da al Baghdadi non sono presenti elementi certi per datare la registrazione (46 minuti totali) e accertare oltre ogni ragionevole dubbio che sia ancora vivo. L’unico apparente riferimento temporale certo, ma anche questo lascia spazio ad ambiguità, riguarda le minacce della Corea del Nord conto America e Giappone. Elemento che potrebbe far risalire l’audio anche al 14 settembre, quando Pyongyang minacciò di usare l’atomica per “affondare” il Giappone e “ridurre in cenere” gli Usa. Ma anche questo riferimento, è così generico al punto che al Baghdadi potrebbe riferirsi alle precedenti schermaglie Donald Trump e Kim Jong-un.

Nell’audio, al Baghdadi è tornato a minacciare “l’Europa, l’America e la Russia che stanno vivendo in un clima di terrore temendo i colpi dei mujaheddin”. Non solo. Al Baghdadi si spinge anche in sue analisi politiche: “La Russia sta capitalizzando la debolezza degli Stati Uniti per prenderne il posto prendendo le redini del conflitto in Siria”, riferimento all’ingresso in campo (il 30 settembre 2015) delle truppe di Mosca al fianco di quelle di Bashar al-Assad e non utile a fornire una datazione. Come in ogni precedente discorso, il leader dell’Isis ha poi incitato i suoi uomini a colpire “dentro e all’esterno” del territorio in mano al Califfato.

“Siamo a conoscenza dell’audio che viene attribuito ad Abu Bakr Al-Baghdadi e stiamo compiendo i passi necessari per esaminarlo – hanno riferito fonti dell’intelligence americana –. Anche se non abbiamo alcuna ragione per dubitare della sua autenticità, in questo momento non abbiamo (ancora) una conferma”.