Altro primato negativo per il governo: la capacità di risparmio scende ai minimi dal 2018

Si riduce la capacità di risparmio delle famiglie italiane. Quest'anno è scesa ai minimi dal 2018 e nei prossimi mesi andrà anche peggio

Altro primato negativo per il governo: la capacità di risparmio scende ai minimi dal 2018

Dalla povertà al risparmio, si allunga la lista dei primati negativi del governo Meloni. Aumentano il pessimismo e la cautela e le famiglie italiane che riescono a risparmiare scendono ai minimi dal 2018 per via delle spese che zavorrano i redditi. Nel 2025 sono il 41%, in calo rispetto al 46% dello scorso anno. È quanto emerge dalla ricerca Acri-Ipsos presentata in occasione della giornata del risparmio.

L’inno di Giorgetti al Risparmio che il governo di cui fa parte ha affossato

Eppure lo stesso ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in video collegamento con l’evento, ha spiegato che “il risparmio è un elemento imprescindibile per assicurare uno sviluppo sociale ed economico duraturo ed inclusivo”. E che questo “ce lo ricorda la Costituzione, che attribuisce alle istituzioni il compito di tutelare il risparmio incoraggiandone l’impiego. E soprattutto ce lo dimostra la nostra storia: il risparmio ha rappresentato il motore per la ricostruzione e lo sviluppo del Paese e, più recentemente, ha permesso di superare gli shock che si sono susseguiti a partire dalla crisi finanziaria del 2009”.

Peccato che il governo di cui è esponente autorevole ne abbia ridotto la capacità.

Si riduce la capacità di accantonare e nei prossimi mesi andrà anche peggio

A preoccupare, rileva l’indagine, “la crescita dell’ansia da mancanza di risparmio, anche perché la capacità effettiva di accantonare si riduce”. E per i prossimi 12 mesi si attende un’ulteriore riduzione della capacità di risparmio.

Le famiglie non subiscono la tentazione di investimenti più sofisticati e lasciano i propri risparmi sui conti correnti. Il 64% degli italiani preferisce mantenere buona parte delle proprie riserve in liquidità. La quota di risparmiatori che preferisce investire è minoritaria (circa un terzo) e, quando lo fa, privilegia strumenti semplici e percepiti come sicuri.

Il possesso di prodotti finanziari è stabile nel tempo e mediamente poco diversificato. Le preferenze di investimento segnalano un parziale ritorno all’immobiliare e un arretramento sia della domanda di strumenti sicuri sia degli strumenti più rischiosi, mentre cresce la quota di coloro che non sanno indicare un investimento idoneo per le caratteristiche delle loro famiglie.