Ancora nulla di fatto sulla Manovra. Giorgetti frena sulle modifiche

Il vertice di maggioranza sulla Manovra non scioglie i nodi. Tante le richieste, poche le risorse. Giorgetti frena e nega modifiche

Ancora nulla di fatto sulla Manovra. Giorgetti frena sulle modifiche

Un incontro “proficuo e costruttivo”, recita la nota di Palazzo Chigi alla fine del vertice sulla Manovra, presieduto da Giorgia Meloni, con i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il suo vice Maurizio Leo e i presidenti dei gruppi di maggioranza del Senato. Ma l’incontro non è stato risolutivo tanto che si sono aggiornati per la prossima settimana. Il nodo è sempre lo stesso: le coperture. Le richieste dei partiti sono tante e le risorse poche.

Giorgetti frena: nessuna modifica alla Manovra

Una delle ipotesi sul tavolo è quella di lasciare invariata l’aliquota della cedolare secca al 21% sugli affitti brevi con finalità turistiche per chi ha fino a 3 immobili. Si sarebbe affrontata anche la possibilità di una estensione dell’iperammortamento al 27%. Possibile anche una rimodulazione del contributo a carico di banche ed assicurazioni, attraverso l’Irap, escludendo dall’aumento i piccoli istituti. Il Mef nega modifiche alla Manovra.

Ma i partiti scalpitano, dal canone Rai all’oro

Ma i partiti scalpitano. La Lega ha rispolverato il taglio della tassa sulla tv pubblica, chiedendo di recuperare la norma della legge di bilancio del 2024 che riduceva l’importo annuale da 90 a 70 euro. Ma ha incontrato il solito muro di Forza Italia. “Qualche anno fa il canone è stato ridotto e la Rai è stata risarcita con risorse del Tesoro e quindi dei cittadini. E’ una partita di giro che non serve a niente. Il servizio pubblico deve avere certezza di risorse come prevede l’European Media Freedom Act. Questo emendamento della Lega, quindi, non è in linea con la direttiva”, ha detto il senatore azzurro Maurizio Gasparri.

Forza Italia e Lega si ritrovano uniti invece sulla cosiddetta tassa sull’oro. Il Carroccio propone una imposta sostitutiva del 12,5%, gli azzurri del 13%. Ha sollevato polemiche la proposta di Claudio Lotito che riduce le sanzioni per mancato o ritardato pagamento dei contributi o premi dovuti alle gestioni previdenziali ed assistenziali per i lavoratori. La sanzione civile si riduce al tasso ufficiale di riferimento “maggiorato di 3,5 punti” anziché di 5,5 punti. Sempre Lotito chiede di cancellare il divieto alle pubblicità in forma indiretta di scommesse o gioco d’azzardo. E, ancora una volta, Lotito firma la proposta di un buono di un massimo di 1.500 euro per le famiglie con Isee sotto i 30mila euro per le scuole paritarie.

FI chiede poi di prorogare fino al 2028 al 50% il bonus ristrutturazioni sulla prima casa. Tra gli emendamenti segnalati dagli azzurri anche l’istituzione del ‘Btp Sanità’, destinato esclusivamente al finanziamento delle spese di personale del Servizio Sanitario Nazionale.

La Lega insiste sulla rottamazione e più fondi alle forze dell’Ordine

Il Carroccio chiede non solo di allargare la rottamazione e di cancellare l’aumento dell’età pensionabile ma anche più assunzioni tra le Forze dell’Ordine. Il partito di Matteo Salvini stanzia risorse già dal prossimo anno e per complessivi 877 milioni fino al 2030 per il Piano Casa. E chiede di rendere strutturale l’innalzamento del limite (da 30 a 35mila) di reddito da lavoro dipendente per l’accesso alla flat tax al 15%.

FdI, che ha a cuore che le sanatorie edilizie vadano in porto, allarga la detassazione sui rinnovi contrattuali prevista dalla Manovra. In un emendamento inserito tra i segnalati, l’imposta sostitutiva del 5% per i redditi fino a 28.000 euro varrà per gli accordi sottoscritti non solo nel 2025 e 2026 ma anche nel 2024. La platea dei dipendenti interessati si allarga anche ai redditi tra i 28.000 e i 35.000 euro, ma in questo caso con un’imposta sostitutiva del 10%. La norma vale solo per i contratti “sottoscritti dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale”.