Annientare la minoranza dem, il piano-vendetta di Renzi al congresso. Per candidarsi di nuovo a Palazzo Chigi

Un congresso veloce per annientare la minoranza bersaniana. E poi metterla alla porta per presentarsi alle elezioni senza l’ombra di dissidenti nelle liste.

Un congresso veloce per annientare la minoranza bersaniana. E poi metterla alla porta per presentarsi alle elezioni senza l’ombra di dissidenti nelle liste. Con lo scopo di proseguire il progetto di un Partito democratico a immagine e somiglianza del leader. Matteo Renzi, assorbita la batosta referendaria, ha già pronta la vendetta nei confronti degli avversari interni. Tanto che l’ex capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, è intenzionato a rompere gli indugi e annunciare la candidatura alla segreteria nel corso una manifestazione in programma sabato a Roma. Così domenica, all’assemblea nazionale del Pd, si presenterà con i galloni dell’anti-Renzi, al di là delle velleità del governatore toscano Enrico Rossi. L’obiettivo è di fare da punto di riferimento tra gli anti-renziani del partito, a cominciare dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che correrà per la carica di segretario solo tra quattro anni. E in questo clima la sinistra del Pd vuole mettere in chiaro un altro aspetto: il segretario – secondo quanto recita lo statuto del partito – in caso di congresso anticipato deve dimettersi per fare spazio a un’apposita commissione. “Se non viene rispettato lo statuto siamo pronti a presentare ricorso in Tribunale per chiedere il rispetto delle regole”, sostengono fonti vicine a Speranza. Insomma, uno scontro senza esclusione di colpi che rischia di finire a carte bollate.

Faida dem – La direzione di ieri è stato solo un antipasto. Il segretario ha dettato la linea: vuole congresso ed elezioni entro i primi sei mesi del 2017.  “Il nostro compito è quello di individuare un percorso come Pd da qui ai prossimi anni. Due le alternative: o si fa un congresso o non si fa un congresso. Io credo che bisogna farlo. Domenica deciderà l’assemblea. E in quella sede saranno definite le modalità delle candidature”, ha spiegato Renzi. Al di là dei giochi di parole l’intento è di spazzare via chi ha provato mettere il bastone tra le ruote alla marcia del leader. Speranza ha già capito il canovaccio e per questo motivo ha alzato i toni dello scontro. “Davanti alle manifestazioni organizzate e agli attacchi sul web chiedo a Renzi di dirci se non c’è più spazio nel Pd per chi ha votato no. Lo si dica con chiarezza. Il mio seggio è a disposizione, ho dimostrato di non essere attaccato alla poltrona ma è inimmaginabile pretendere che si rinunci alle proprie idee”. E l’ex presidente dei deputati dem ha posto anche qualche paletto sull’appoggio al governo Gentiloni, chiedendo “discontinuità”.

Strategia – La minoranza dem sta cercando una sponda con le altre correnti del partito, come Areadem di Dario Franceschini e i Giovani Turchi di Matteo Orfini, che resteranno fedeli alla linea del segretario. Ma per quanto riguarda il congresso sono intenzionati a far rispettare l’iter. Anche perché entrambe le aree vogliono evitare il “bagno di sangue” con i bersaniani, che nonostante tutto rappresentano l’ultimo punto di contatto con l’elettorato di sinistra.