L’antidoto M5S al Coronavirus. Subito più soldi agli autonomi e reddito di cittadinanza a chi ha perso il lavoro. Aiuti senza perdere tempo. Subito soldi sul conto corrente

Un gabinetto permanente dei ministri pentastellati, a partire da ieri, e un’assemblea congiunta con i gruppi parlamentari, oggi, utilizzando la rete per connettersi a distanza. Obiettivo: partorire una proposta che consenta dalla prossima settimana ai cittadini di andare “al bancomat e trovare dei soldi”. Ovvero estendere il Reddito di cittadinanza a chi, causa coronavirus, è rimasto senza lavoro. È l’iniziativa avanzata, in tempi di guerra contro un nemico invisibile, dal capo politico dei Cinque Stelle Vito Crimi in un lungo post sui social e in un’intervista a Radio Cusano Campus. “Non possiamo più aspettare, serve liquidità”, rimarca il viceministro dell’Interno.

“In questa emergenza Coronavirus ci sono persone che non hanno più un reddito. Professionisti, aziende, commercianti, artigiani e lavoratori che hanno dovuto interrompere la propria attività per contenere i contagi. In Europa combattiamo una battaglia importante per far prevalere l’interesse collettivo e la condivisione degli effetti di questa crisi globale. Ma attendere le decisioni dell’Ue richiede tempo, tempo che non abbiamo. In Italia servono soluzioni immediate”, argomenta Crimi.

La questione, dice, è di sopravvivenza. Lo strumento, argomenta, non è importante. “Che si tratti di erogazioni dirette, o dell’apertura di linee di credito bancario, oppure di buoni da spendere, o ancora di un allargamento del Reddito di cittadinanza (da sempre criticato, ma che oggi ci consente già di aiutare 2 milioni e mezzo di persone in povertà assoluta che con la crisi sarebbero state annientate), insomma qualunque soluzione si deciderà di assumere, l’importante è che sia realizzabile subito, ora, e che arrivi immediatamente ai destinatari senza bloccarsi o perdersi tra regolamenti, decreti attuativi, istruzioni, circolari, procedure e certificazioni”. Imprese, commercianti, professionisti, artigiani sono il motore dell’Italia che oggi – ha spiegato il capo politico dei Cinque Stelle – ha dovuto rallentare fino allo stop per tutelare la salute di tutti.

IL TEMPO È DENARO. “Ma mentre è fermo, il motore produttivo del nostro Paese – ha proseguito Crimi – va oliato e mantenuto in condizione di ripartire a razzo. E dobbiamo farlo subito, affinché quando ci sarà da ripartire riparta con il massimo slancio per far decollare la nostra economia”. La cifra dei 600 euro stanziata per partite Iva e autonomi è “solo una cifra iniziale”, ha sottolineato il viceministro dell’Interno. L’importante era attivare il meccanismo, “dopodiché ad aumentare la cifra ci vuole poco”. Obiettivo generale rimane “estendere il reddito a tutte le persone che in questo momento non ce l’hanno perché hanno perso il lavoro o perché non possono lavorare a causa delle restrizioni”.

NO A DRAGHI. Crimi qundi punta il dito contro chi in Europa non sta facendo gioco di squadra, ma solo gioco personale. Ringrazia il presidente della Repubblica per le sue parole sulla “necessità di un’Europa che superi i vecchi schemi, che adotti nuove ed indispensabili iniziative comuni”, parole che “indicano la via: nessuno deve rimanere indietro”. E sugli scenari di un governo Draghi “di salute pubblica” smorza tutti i retroscena: “È una persona di tale caratura che oggi sentirsi tirare la giacchetta da Matteo Salvini non credo gli faccia piacere”. “Ben venga – ha aggiunto – quando persone di tale esperienza vogliono dare un contributo. Oggi serve una cabina di idee per il futuro di questo Paese. Condivido quello che ha detto Mario Draghi – ha detto ancora Crimi – bisogna attivarci subito e fare debito, ma farlo adesso perché fra un mese non servirà”.