Antigone, cresce il numero di detenuti nelle carceri italiane ma diminuiscono i reati denunciati. In aumento i suicidi. A Taranto e Como gli istituti più sovraffollati

Pubblicato l'ultimo rapporto dell'associazione Antigone

Cresce il numero dei detenuti presenti nei penitenziari italiani, nonostante non si registri un aumento degli ingressi in carcere né del numero dei delitti commessi. Al 30 aprile scorso, secondo i dati diffusi dall’associazione Antigone, i detenuti erano 60.439, di cui 2.659 donne (il 4,4% del totale). Sono poi 55 i bambini di età inferiore a 3 anni che vivono in carcere con le loro 51 madri detenute.

Le presenze in carcere sono cresciute di 800 unità rispetto al 31 dicembre 2018 e di quasi 3 mila rispetto all’inizio dello scorso anno. Ma soprattutto ci sono oggi ben 8 mila detenuti in più rispetto a quattro anni fa. L’ultimo rapporto dell’associazione Antigone rivela che “con questo trend nel giro di due anni si tornerà ai tempi e ai numeri della condanna europea”. In modo “schizofrenico”, si evidenzia ancora nel rapporto, la crescita dei detenuti presenti negli istituti di pena italiani corrisponde ad una “diminuzione costante” dei reati denunciati e del numero degli ingressi in carcere dalla libertà.

Nel 2018 si è registrato anche un aumento del numero dei suicidi in carcere che, “stando al dato raccolto da ‘Ristretti Orizzonti’ sono stati 67 (il ministero ne conteggia sei in meno), un tasso di 11,4 suicidi ogni 10 mila detenuti”. Sono invece 31 i morti (per cause naturali o per suicidio) in carcere dall’inizio del 2019. Nel 2008 i suicidi erano stati circa venti di meno, con un numero totale di detenuti più o meno paragonabile.

Il tasso di affollamento nelle carceri italiane sfiora attualmente il 120% e dalla rilevazione di Antigone durante il 2018 (85 carceri visitate) è risultato che nel 18,8% dei casi vi sono celle dove non è rispettato il parametro dei 3 metri quadrati per detenuto, soglia considerata dalla Corte di Strasburgo minima e al di sotto della quale “estremo” è il rischio di “trattamento inumano o degradante”. Tra gli istituti più affollati ci sono quello milanese di Opera e entrambi gli istituti penitenziari napoletani.

La regione con più detenuti è la Lombardia (8.610), seguita da Campania (7.844), Lazio (6.528) e Sicilia (6.509), mentre quella dove il tasso di affollamento è maggiore è la Puglia (160,5%), seguita – se si esclude il Molise (con solo 419 detenuti nei 3 istituti penitenziari, ma con un tasso di affollamento del 155,2%) – dalla Lombardia (138,9%). Sono in tutto 42 gli istituti di pena con un tasso di affollamento superiore al 150%: di questi, 10 si trovano in Lombardia e 6 in Puglia. Le carceri di Taranto e Como, con un tasso di affollamento rispettivamente del 199,7% e del 197%, sono percentualmente le più sovraffollate d’Italia. Seguono l’istituto di Chieti (193,6%), quello di Brescia Canton Mombello (193,1%) e quello di Larino (192,1%).

Nel carcere napoletano di Poggioreale sono alloggiati 731 detenuti in più di quelli che l’istituto potrebbe contenere mentre nell’altro carcere cittadino, quello di Secondigliano, ‘solo’ 418. Anche il carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso, ospita oltre 400 detenuti in più della sua capienza. A Regina Coeli lo scarto è di 381 unità, a Milano Opera di 387, a Torino di 341, a Taranto di 305, a Bologna di 303 mentre a Lecce ben 415 detenuti vanno a sommarsi a quelli per i quali il posto letto è regolamentare.