In un appello duemila presidi chiedono la Dad. Ma il Governo non intende ascoltarli. Bianchi: “Nessun ripensamento sul ritorno a scuola in presenza”

Anche i presidi si dicono d'accordo con la richiesta formulata dall'Anief, già a Natale, sulla necessità di riprendere la scuola con la Dad.

Anche i presidi si dicono d’accordo con la richiesta formulata dall’Anief, già a Natale, sulla necessità di riprendere la scuola con la Dad: più di 2mila hanno infatti aderito all’appello rivolto da un gruppo di dirigenti scolastici al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, per chiedere un posticipo di due settimane del rientro in classe previsto per lunedì, per permettere di vaccinare tutti gli alunni.

I presidi sostengono che si tratta di una misura precauzionale in considerazione dell’alto numero dei contagi. “I dirigenti scolastici ci danno ragione, perché si rendono conto pure loro che non ci sono le condizioni per riaprire le classi in sicurezza. Se a pensarla così sono pure i collaboratori dei dirigenti scolastici e gli stessi studenti forse il Governo, i ministeri coinvolti e il Cts dovrebbero porsi qualche dubbio”, dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.

Ma il ministro dell’Istruzione Bianchi, a margine delle celebrazioni del 225esimo anniversario della nascita della bandiera Tricolore, è stato però categorico sull’appello firmato dai presidi: “Nessun ripensamento sul ritorno a scuola in presenza”. “Siamo molto attenti alle voci che ci arrivano dal Paese, ma anche a quelle che ci dicono che la scuola deve restare in presenza. Noi abbiamo fatto quello che doveva essere fatto cioè le vaccinazioni, e continuiamo ad insistere perché questa è la via da seguire”, ha sottolineato il ministro.

“Abbiamo dato 92 milioni al generale Figliuolo – ha aggiunto Bianchi -, di cui abbiamo la massima fiducia, perché possa fare tutti i test e siamo sempre intervenuti con il massimo di attenzione rispetto alle misure dell’altra sera”.

“Nel caso dei bambini più piccoli – ha detto ancora il ministro dell’Istruzione – quando si hanno due casi, ma solo in quella situazione specifica, si va in sospensione dell’attività in presenza e si va a distanza, mentre per i più grandi abbiamo preso una misura, che è quella europea, che dice che in presenza di un caso c’è la sorveglianza con la possibilità di fare tutte le verifiche. Ricordo che in termini di vaccinazioni siamo il paese più avanti in tutta Europa”.

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