In un tweet, la sindaca di Barcellona Ada Colau (eletta con Podemos) l’ha definito “uno scandalo democratico”. Nel capoluogo della Catalogna infatti la situazione è incandescente dopo che stamattina la Guardia Civil spagnola ha attuato un blitz nelle sedi del governo catalano arrestando 12 persone, dieci delle quali alti funzionari. Tra questi anche Josep Maria Jovè, braccio destro del vicepresidente Oriol Junqueras.
Es un escàndol democràtic que s’escorcolli institucions i es detinguin càrrecs públics per motius polítics. Defensem institucions catalanes
— Ada Colau (@AdaColau) 20 settembre 2017
Una svolta nella strategia attuata dal primo ministro Mariano Rajoy per impedire il referendum sull’indipendenza che si svolgerà domenica 1° ottobre. Immediate le proteste popolari, con migliaia di persone che sono scese in piazza in difesa delle istituzioni catalane bloccando alcune strade del centro della città. Nel frattempo al Parlamento di Madrid, secondo quanto riferito dai media spagnoli, i partiti catalani hanno abbandonato i lavori. I primi a lasciare l’Aula sono stati i repubblicani di Erc (Esquerra Republicana de Catalunya), seguiti dai deputati di En Comú Podem e da quelli di PDeCAT. Gabriel Rufian, deputati di Erc, si scagliato contro Rajoy chiedendo di togliere le “sue mani sporche dalle istituzioni catalane”.
La secretaria judicial es abucheada por los manifestantes mientras abandona en coche el Departament d’Exteriors. pic.twitter.com/8mnGfNn7Rq — Guillem Andrés (@Guillem_Andres) 20 settembre 2017
E mentre continuano le perquisizioni della polizia spagnola e i sequestri di materiale elettorale, il ministro delle finanze spagnolo Cristobal Montoro ha confermato il blocco delle finanze del governo di Barcellona deciso venerdì scorso da Madrid.