Assago, chi è l’aggressore del centro commerciale e perché è chiamato hikikomori

Assago, chi è l'aggressore e come è stato definito nelle ultime ore. Circola in rete un vocabolo in particolare.

Assago, chi è l’aggressore del centro commerciale e perché è chiamato hikikomori

Assago, chi è l’aggressore che nella serata di giovedì 28 ottobre 2022 si è reso protagonista in negativo in un centro commerciale. Il nome è stato reso pubblico fin da subito che è stato fermato. Inoltre, nelle ultime ore è circolare un termine in particolare con cui è stato definito.

Assago, chi è l’aggressore del centro commerciale

Serata horror con accoltellamento al centro commerciale di Assago Milanofiori, dove un uomo ha fatto irruzione al Carrefour e ha aggredito alcuni clienti. Sei persone sono rimaste ferite: due in modo lieve, quattro sono state portate in ospedale in codice rosso. Ad alcune ore di distanza dal drammatico evento, uno dei pazienti ricoverati è deceduto: era un cassiere. La vittima, 46 anni, è Luis Fernando Ruggieri, di origini boliviane. Era un dipendente della catena Carrefour ed è stato tra i primi a essere raggiunto dalle coltellate.

L’aggressore risponde al nome di Andrea Tombolini, 46 anni di origini milanese. “Pensavo di star male, di essere ammalato. Ho visto tutte quelle persone felici, che stavano bene, e ho provato invidia” ha detto Tombolini al pm di Milano Paolo Storari che lo ha fatto arrestare con le accuse di omicidio e tentato omicidio plurimo.

Perché è chiamato hikikomori

Nelle ultime ore, è stato utilizzato un termine in particolare per definire l’aggressore. L’identikit di Tombolini corrisponderebbe a quello dell’Hikikomori. Secondo l’associazione Hikikomoritalia “il termine è giapponese e significa letteralmente “stare in disparte” e viene utilizzato in gergo per riferirsi a chi decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi (da alcuni mesi fino a diversi anni), rinchiudendosi nella propria abitazione, senza aver nessun tipo di contatto diretto con il mondo esterno, talvolta nemmeno con i propri genitori”.

Sui casi nel nostro Paese: “Anche in Italia l’attenzione nei confronti del fenomeno sta aumentando. L’hikikomori, infatti, sembra non essere una sindrome culturale esclusivamente giapponese, come si riteneva all’inizio, ma un disagio adattivo sociale che riguarda tutti i paesi economicamente sviluppati del mondo. In Italia non ci sono ancora dati ufficiali, ma riteniamo verosimile una stima di almeno 100 mila casi”.