L’insegnante ricoverata per trombosi a Genova e lo stop dell’Olanda: perché l’Italia valuta di sospendere di nuovo il vaccino AstraZeneca

L'insegnante ricoverata per trombosi a Genova e lo stop dell'Olanda: perché l'Italia valuta di sospendere di nuovo il vaccino AstraZeneca

L’insegnante ricoverata per trombosi a Genova e lo stop dell’Olanda: perché l’Italia valuta di sospendere di nuovo il vaccino AstraZeneca

C’è un’insegnante di 32 anni ricoverata all’ospedale San Martino di Genova per una trombosi venosa cerebrale dopo il vaccino AstraZeneca. E c’è poi la sospensione della somministrazione per tutti decretata ieri dall’Olanda ufficialmente “per evitare uno spreco di dosi”. Per questo anche in Italia torna d’attualità l’ipotesi di sospenderlo per gli under 60.

L’insegnante ricoverata per trombosi a Genova e lo stop dell’Olanda: perché l’Italia valuta di sospendere il vaccino AstraZeneca

La vicenda di Genova riguarda una donna di 32 anni che aveva ricevuto il vaccino AstraZeneca il 22 marzo scorso. Si trova attualmente in rianimazione all’ospedale San Martino di Genova a causa di un’emorragia cerebrale in un quadro di trombosi. I soccorsi l’hanno trovata in gravi condizioni nella sua abitazione. “La Direzione del Policlinico ha attivato – si legge in una nota dell’ospedale – le previste segnalazioni nell’ambito delle procedure di farmacovigilanza verso AIFA”. La paziente aveva ricevuto il vaccino nella Asl di riferimento a Genova.

Secondo i dati resi noti dall’EMA mercoledì scorso, le autorità farmaceutiche hanno registrato finora 62 casi di trombosi venosa cerebrale nel mondo dopo la vaccinazione con Astrazeneca. Di questi, 44 li hanno trovati nei 30 Paesi dello Spazio economico europeo (UE, Islanda, Norvegia, Liechtenstein) su un totale di 9, 2 milioni di dosi di vaccino somministrate. In Gran Bretagna invece i morti causati dai coaguli del sangue sono 7; sono invece 30 i casi di eventi avversi. In Germania sono stati registrati 31 casi sospetti di trombosi venosa cerebrale e 9 decessi, in Francia vi sono stati 12 casi e quattro decessi su 1,9 milioni di dosi somministrate e in Norvegia cinque casi e tre decessi su 120.000 di dosi.

Intanto in Sicilia ci sono 11mila disdette per chi aveva segnato l’appuntamento per la vaccinazione. Repubblica scrive che a Palermo preoccupano soprattutto le rinunce. Dopo le sei morti di siciliani vaccinati con AstraZeneca, ma senza alcuna prova di un nesso di causalità, ogni giorno si presenta per l’iniezione la metà delle persone prenotate. In Olanda tra gli over 60 anni, che da ieri erano gli unici a poter essere vaccinati con il siero anglo-svedese, rimanevano solo 700 persone da immunizzare. La sospensione degli appuntamenti anche per loro è legata alla necessità di evitare lo spreco del farmaco che sarebbe rimasto nelle fiale.

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AstraZeneca: anche l’Italia valuta di limitarlo agli over 60

I casi di trombosi venosa cerebrale riguardano donne al di sotto dei 60 anni, che in molti casi prendevano la pillola anticoncezionale. E questo genera sfiducia nei confronti del siero. Ieri il Sappe, uno dei sindacati della polizia penitenziaria, ha fatto sapere che il 20-30% degli agenti lo rifiuta e chiede Pfizer o Moderna; a Roma girano nelle chat elenchi degli hub che fanno questo o quel vaccino in modo che l’utenza possa provare a scegliere quale farsi somministrare. D’altro canto anche il bugiardino di AstraZeneca è stato modificato dopo i casi di trombosi.

Ma soprattutto a questo punto in attesa di ulteriori decisioni dell’Ema anche l’Italia valuta di limitarlo agli over 60. Il Fatto Quotidiano scrive oggi che al ministero della Salute si avanza l’ipotesi di fare come in Francia, Germania e altri Paesi. E limitare AstraZeneca al di sopra di una certa età, ovvero 65 anni. L’idea che gira dalle parti del ministro Speranza è quella di usare Pfizer per i giovani e destinare AstraZeneca agli anziani. I Centri per il controllo delle malattie (Cdc) statunitensi hanno reso noto uno studio condotto su 3.950 medici, infermieri e altri lavoratori vaccinati con Pfizer/Biontech e Moderna e monitorati  per 13 settimane quando già circolavano le varianti: il rischio di infezione è ridotto del 90% dopo due dosi e dell’80% dopo una sola.

Ma c’è chi, come il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, ha gettato acqua sul fuoco.  “I vaccini sono sicuri. Per quanto riguarda AstraZeneca si parla di numeri estremamente bassi legati ad eventi di trombosi e le segnalazioni di tutta Europa consentono di monitorare: vedremo se l’Ema deciderà di pronunciarsi su particolari categorie o sottocategorie cui prestare maggiore attenzione, ma è un vaccino sicuro poiché, ripeto, parliamo di numeri estremamente bassi di eventi avversi”.

Massimo Galli e quello che non quadra

“Sulla nuova sospensione di Astrazeneca in Olanda e in Germania c’è qualcosa che non quadra”, ha però detto ieri Massimo Galli, professore di malattie infettive presso l’Università Statale di Milano e direttore della clinica di malattie infettive dell’Ospedale Sacco, in un’intervista ad iNews24.it.

“Penso- aggiunge- che i dati esatti della frequenza precedente di questi fenomeni, non ci sono. Non ci sono lavori che dicono che i casi siano più frequenti di quanto si creda. Quindi, in questi termini, è impossibile stabilire una relazione stretta tra i due fenomeni (le trombosi e il vaccino ndr.). Fa pensare che accada in Olanda e in Germania e non in Gran Bretagna, dove i numeri dei vaccinati sono maggiori. Un altro elemento strano è che Astrazeneca venga sospeso nei soggetti di età inferiore ai sessant’anni anni. Sembra quasi che non vogliano che gli si dia torto. C’è qualcosa che non quadra. Così come non quadra l’elemento di precauzione, visto che si tratta di una trentina di casi su svariati milioni di vaccinati”. Galli afferma che potrebbe trattarsi di “una questione politica”.

E spiega: “I governi devono darsi un perché. In determinate nazioni, questo vaccino non è importante come in altre. Temo che si tratti di una questione politica”. Inoltre il direttore dell’Ospedale Sacco si esprime anche sul vaccino russo Sputnik V: “Dal punto di vista dei dati, lo Sputnik è un vaccino interessante e intelligente. Certamente sarò a favore, non appena sarà approvato dall’Ema e verrà autorizzato. Il punto è che sta cercando la possibilità di essere prodotto non in Russia. Qui infatti, se avessero potuto produrlo in quantità maggiore, avrebbero vaccinato molte più persone. Lì, come in Europa, abbiamo seri problemi nella produzione. Non abbiamo impianti per produrli”.