Il lupo perde il pelo ma non il vizio? Almeno a sentire i 5 Stelle, si direbbe di sì. Dopo l’ondata di ricorsi (bocciati da Montecitorio) degli ex parlamentari per riavere i vitalizi pieni, tagliati nel 2018 dalla delibera dell’allora presidente della Camera Roberto Fico, ora arriva la denuncia, da parte del Movimento 5 Stelle, del tentato blitz per alzare gli stipendi dei deputati.
Blitz che, peraltro, a sentire i pentastellati, non sarebbe andato a buon fine perché i 5S sono riusciti grazie al loro intervento a stopparlo.
L’ordine del giorno di Rampelli che ha fatto infuriare i 5S
A finire nel mirino dei 5 Stelle un ordine del giorno al bilancio interno di Montecitorio a firma del vice presidente della Camera, Fabio Rampelli (FdI), che ha innescato la levata di scudi dei deputati del Movimento.
L’ordine del giorno, il 6/77, invitava “l’ufficio di Presidenza ed il collegio dei deputati Questori, per le rispettive competenze a valutare l’opportunità di intensificare il confronto con i competenti organi del Senato della Repubblica, al fine di superare eccessive differenziazioni nella disciplina di istituti comuni ai due rami del Parlamento”.
I pentastellati lo hanno letto come il tentativo di adeguare il trattamento economico dei deputati a quello dei senatori, più alto di circa mille euro al mese.
L’attacco dei Cinque Stelle: vogliono aumentare gli stipendi dei deputati equiparandoli a quelli dei senatori
“Fratelli d’Italia – ha immediatamente attaccato Michele Gubitosa, vicepresidente M5S – sta provando ad aumentare gli stipendi dei deputati e a reintrodurre i vitalizi. Cercando di passare inosservati, i finti patrioti hanno inserito un Ordine del giorno al Bilancio della Camera a prima firma Rampelli, nel quale prevedono che il trattamento economico dei deputati venga equiparato a quello dei senatori. Questo significa alzare lo stipendio, ma anche ripristinare i vitalizi che noi abbiamo combattuto e cancellato”.
C’è poi la questione dei vitalizi. La Camera dei Deputati ha scelto di confermarne il taglio giusto qualche giorno fa. Mentre al Senato il Consiglio di garanzia ha abolito i tagli del 2018.
“Già in passato abbiamo dovuto respingere un simile tentativo e non ci stupisce che Meloni e i suoi abbiano la faccia tosta di riprovarci, visto che hanno anche aumentato gli stipendi dei ministri. Noi continueremo a fare muro e a contrastare le loro manovre di palazzo. Come nel caso dei voli di Stato usati come taxi privati, su cui siamo ancora in attesa di una risposta del governo, non lasceremo che questa destra collezioni privilegi personali a spese dei cittadini”, ha dichiarato Chiara Appendino, vicepresidente del M5S.
La marcia indietro di Fratelli d’Italia
Fatto sta che “beccati con le mani nella marmellata”, come ha detto Gubitosa, Fratelli d’Italia è stata costretta a ritirare il testo. L’ordine del giorno era contenuto nel fascicolo inviato a tutti i componenti dell’Ufficio di presidenza martedì. Diversa però la versione di Rampelli, finito per tutta la giornata di ieri nel mirino dei 5 Stelle.
“L’odg di cui parla solo chi non ha altri argomenti non esiste, non si può dire neppure che sia stato ritirato perché non è mai comparso negli atti ufficiali”. Così in una nota Rampelli. “Avevo in realtà proposto informalmente di lavorare per equiparare gli istituti di Camera e Senato – sottolinea Rampelli – per difendere la nostra amministrazione e i suoi dipendenti. Ricordo infatti, in quanto vicario, di essere responsabile del CAP (Comitato Affari del personale). Avevo anche tentato, per rassicurare ‘gli hooligans’ dell’anticasta, di esplicitare dalla bozza informale del testo l’esclusione di parlamentari ed ex parlamentari. Ma proprio per evitare le strumentalizzazioni che si stanno manifestando il mio ordine del giorno non è mai stato depositato, non esiste”.
Trancassini (FdI) chiude la questione: gli stipendi rimarranno gli stessi fino al 2027
Sulla questione mette la pietra tombale il questore anziano Paolo Trancassini di FdI. “Ad oggi – ha detto – non c’è la proposta” di aumento degli stipendi dei parlamentari. “Dico una cosa non popolare, ma grazie a questo collegio dei questori, lo stipendio rimarrà fermo fino a tutto il 2027. Quindi il tema dell’aumento non è nel 2025, non è nel 2026 e non è nel 2027”.