Autostrade, Di Maio accelera: “Entro il 14 agosto revoca delle concessioni per i Benetton”. Salvini la butta in caciara: “Bisogna tutelare i lavoratori”. Che però non c’entrano niente

“Sogno uno Stato in cui le autostrade non si pagano come in Germania, come in altri Paesi europei”. Per comprendere lo spirito delle polemiche di ieri, bisogna partire necessariamente da quanto scritto da Luigi Di Maio su Facebook. “Il sistema delle concessioni fu concepito per ammortizzare l’investimento del privato e non per tenere rendita vita natural durante per generazioni e generazioni di Benetton”. Eppure la mattina era partita con le dichiaraioni del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che chiedeva di limitare le polemiche, ma Di Maio replica e rincara la dose. Va avanti lo scontro tra il ministero dello Sviluppo Economico e Atlantia, il gruppo proprietario di Autostrade per l’Italia. E come se non bastasse a intervenire da Osaka, a margine dei colloqui con i leader del G20, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha lanciato un messaggio chiaro, collegando la discussione alla vicenda del Ponte Morandi: “Di fronte a una tragedia così significativa questo governo ha assunto pubblicamente una posizione. Si tratta di una tragedia che non può essere oscurata, non possiamo far finta di niente” per “rispetto ai morti e ai loro familiari”, ha detto. Questo “ci ha portato ad avviare una procedura di contestazione alla società concessionaria per quanto accaduto.  Il grave inadempimento è un fatto oggettivo“. E Di Maio rincara la dose: “Il crollo è colpa della mancata manutenzione di Autostrade, entro il 14 agosto serve la revoca delle concessioni ai Benetton”.

Una conseguenza inevitabile, visto quanto accadutoa Genova. Il crollo del ponte Morandi, dice ancora Di Maio, “è stata una pagina tristissima della nostra storia e grazie all’abbattimento ora possiamo costruire – ha detto in un video su Facebook – Ma soprattutto dobbiamo fare giustizia. Quelle persone che sono morte sono morte perché qualcuno non ha fatto manutenzione per questo ponte. E quel qualcuno sono Autostrade per l’Italia della famiglia Benetton, inutile che si dica Atlantia per non capire di chi stiamo parlando. Sono la famiglia Benetton”.

Non tutti nel Governo, però, la vedono allo stesso modo. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, assume infatti una posizione in contrasto con quella del vicepremier pentastellato, augurandosi che “sia passata la bufera, una cosa è chiedere che chi ha sbagliato paghi, un conto è tirare in ballo lavoratori e risparmiatori che non c’entrano nulla. Non confondo responsabilità dei vertici con un attacco generalizzato a un’azienda che è una risorsa di questo Paese. Se Atlantia ha i requisiti per entrare in Alitalia perché dovrei dire di no? Altro affare sono le questioni penali, legali e giudiziarie. Chi ha sbagliato a Genova e chi ha sulla coscienza le vittime del Ponte Morandi pagherà. Ma io faccio il ministro, non il giudice, se una società vuole unirsi a un’altra chi sono io per dire no”.

Ma Di Maio gli risponde direttamente su Facebook: “Non c’entra nulla il lavoro, perché se anche Autostrade perdesse le concessioni, i dipendenti avrebbero un passaggio ad altri cantieri e passerebbero all’ente che deve gestire le autostrade, che sia statale o un altro privato. Il tema non è il lavoro, non la buttiamo in caciara”. “Su Alitalia sto riparando ai disastri del governo Lega-Berlusconi del 2008. Con Matteo Salvini lavoriamo bene, ma mi dispiace quando perde la memoria. Stiamo lavorando per mettere a posto il disastro dei capitani coraggiosi del 2008 che vide 4 miliardi di euro dei cittadini italiani all’interno di quell’azienda che, ora, è messa peggio di prima. Magari si riuscisse con i tweet e con i talk show. Avrei risolto tutti e 180 i tavoli che abbiamo trovato al Mise”.