Basta aiuti militari, i repubblicani terrorizzano Zelensky

Nel primo dibattito, i candidati repubblicani Usa contrari a spendere altri soldi per l'Ucraina: l'emergenza è quella migratoria dal Messico.

Basta aiuti militari, i repubblicani terrorizzano Zelensky

Se il buongiorno si vede dal mattino, allora Volodymyr Zelensky non può che essere molto preoccupato dalla possibile vittoria dei repubblicani alle prossime elezioni previste per l’anno prossimo negli Stati Uniti. Questo perché nel primo dibattito tra otto dei quattordici candidati presidenziali repubblicani, andato in onda su Fox News, se c’è qualcosa su cui pressoché tutti convergono è che è tempo di disimpegnarsi dalla sanguinosa e dispendiosa guerra in Ucraina.

All’appuntamento tv non ha preso parte Donald Trump – che ha preferito rilasciare un’intervista su X all’amico Tucker Carlson, l’anchorman cacciato dalla tv conservatrice -, mentre erano presenti il governatore della Florida Ron DeSantis, il suo collega del North Dakota Doug Burgum, l’ex vicepresidente Mike Pence, gli ex governatori del New Jersey Chris Christie e dell’Arkansas Asa Hutchinson (entrambi ex procuratori federali), il senatore afroamericano Tim Scott, l’imprenditore di origine indiana Vivek Ramaswamy, unico outsider della serata e l’ex governatrice del South Carolina Nikky Haley.

Le dichiarazioni dei repubblicani sull’Ucraina

Tra i più netti, oltre a Trump che da un anno non fa che ripetere che la guerra non è affare degli Stati Uniti, Ron DeSantis che viene giudicato il principale sfidante del tycoon. In relazione al sostegno americano all’Ucraina, il governatore della Florida ha tagliato corto: “Dobbiamo inviare soldati al confine sud con il Messico non in Ucraina”.

Gli ha fatto eco l’imprenditore di origine indiana Ramaswamy che si è detto addirittura contrario a finanziare l’Ucraina in quanto “non è la nostra priorità”, spiegando che tali risorse dovrebbero essere utilizzate per “difendere il confine col Messico dalle ondate migratorie”.

Solo Pence – secondo cui il supporto a Kiev deve proseguire ma che secondo lui deve occuparsene soprattutto l’Unione europea – e, ancor di più, la Haley hanno difeso gli aiuti a Zelensky. “Un presidente dovrebbe essere in grado di distinguere il bene dal male, e il giusto dall’ingiustizia. L’Ucraina, Paese a noi amico, è la frontiera per la difesa degli Stati Uniti, perché se Putin vincesse poi minaccerebbe i membri della Nato, trascinando anche noi nel conflitto” ha spiegato l’ex ambasciatrice che, sondaggi alla mano, appare già ampiamente fuori dalla corsa.