Basta con le polemiche e le divisioni. Conte: “Non vivacchio. Dicano se vogliono andare avanti. Voglio una risposta chiara e rapida perché il Paese non può attendere”

“Non mi presterò in nessun modo a vivacchiare, a galleggiare, solo per mantenere questa carica. Chiedo quindi a entrambe le forze politiche e in particolare ai loro leader di operare una chiara scelta e di dirci se hanno intenzione di proseguire nello spirito del contratto”. E’ quanto ha detto il premier Giuseppe Conte nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi. “E’ compito delle forze politiche decidere”, se far proseguire e come l’azione di governo. “Il giuramento sulla Costituzione resta il faro del mio mandato. Chiedo – ha aggiunto il presidente del Consiglio – una risposta chiara, inequivoca e rapida. Il Paese non può attendere”.

“Sabato è stata la festa della Repubblica – ha detto il premier – e il primo compleanno del mio governo. Nel 2018 abbiamo prestato giuramento. Ricordo che l’insediamento è stato accompagnato da molto entusiasmo sincero da parte della gente comune, e molto scetticismo degli opinionisti che si sono tradotti in annotazioni critiche, appuntate soprattutto su aspetti come aver posto a base dell’azione un vero e proprio contratto e che alla guida fosse stato posto una terza figura investita del compito di garanzia dell’attuazione del contratto e operare sintesi politica”.

“Ho sempre ritenuto – ha detto ancora Conte – che il contratto fosse un elemento di forza del governo: è la modalità più lineare e trasparente per dar vita a un governo tra due distinte forze politiche con contenuti programmatici diversi e contesti valoriali distinti. Mi sono determinato ad accettare l’incarico perché, pur consapevole di essere privo di una mia forza politica di sostegno, ho ritenuto di poter attingere dall’articolo 95 della Costituzione e alle prerogative ivi indicate, che definiscono ruolo e poteri del premier”.

“Nel primo anno di legislatura – ha detto ancora il presidente del Consiglio – siamo intervenuti contro la crisi economica decennale e alle misure di rigore: reddito di cittadinanza e quota 100 sono state un vero e proprio patto sociale al fine di recuperare gli smarriti, i cittadini sfiduciati. Un Paese non uo’ avere sviluppo se fasce della popolazione rimangono ai margini. Siamo intervenuti sulla sicurezza e per contrastare la tratta criminale degli esseri umani, abbiamo introdotto lo spazza-corrotti, modificato l’articolo 416 ter. sullo scambio elettorale politico-mafioso”.

“Abbiamo svolto un lavoro di squadra incredibile con i miei due vice presidenti, con tutti i ministri e con i parlamentari di maggioranza.L’esperienza di governo ha dovuto convivere – ha proseguito Conte – con un ciclo serrato di tornate elettorali con campagna elettorale pressoché permanente e ne ha risentito il clima di coesione delle forze di governo. Io stesso avevo sottovalutato questo aspetto”.

Il governo dovrà varare “una più organica riforma del fisco, non limitata alle aliquote, ma estesa a una relazione più equa tra amministrazione e contribuente”. “Chi conosce i mercati – ha aggiunto – sa che per preservare la fiducia occorrono parole univoche e chiare da parte degli esponenti del governo e dei parlamentari di maggioranza”. L’esecutivo porterà avanti una “politica espansiva” sul piano economico, “tenendo in ordine i conti” pubblici. Perché, ha proseguito il presidente del Consiglio, “l’equilibrio dei conti” non ci viene imposto “solo da regole europee” ma anche dal fatto che “siamo costretti a finanziare il nostro debito sul mercato”.

“Dobbiamo lavorare – ha detto il premier – a una manovra economica che si preannuncia complessa, basata su un’incisiva spending review e su tax expenditure. Saremo chiamati a scelte delicate ma che richiedono forte condivisione. Provvedimenti che richiedono visione, coraggio, tempo, impongono di uscire dalla dimensione della campagna elettorale e entrare in una visione strategica e lungimirante, diversa dal collezionare like nella moderna agorà digitale”.

“Il mio motto – ha aggiunto – è sobri nelle parole e operosi nelle azioni. Se continuiamo nelle provocazioni per mezzo di veline quotidiane, nelle freddure a mezzo social, non possiamo lavorare. I perenni costanti conflitti comunicativi pregiudicano la concentrazione sul lavoro. Non posso essere certo della durata del governo: non dipende solo da me. Fino all’ultimo giorno è e sarà il governo del cambiamento”.

“Io stesso – ha detto ancora Conte – voglio impegnarmi di più ma le polemiche inutili sottraggono energie preziose. Per questo mi rivolgo direttamente ai cittadini. Abbiamo promesso che questo è il governo del cambiamento, e posso ribadire che sino all’ultimo giorno lo sarà negli intenti e nella determinazione con cui perseguiremo i vostri interessi”.