Ben Affleck vi racconto il mio Batman: “Così sono tornato ragazzino. Finalmente nei panni del mio supereroe”

di Angelo Costa

Oggi non basta più un supereroe alla volta, ce ne vogliono almeno due. Poi se sono tre, tanto di guadagnato. Ecco spiegato in sintesi il nuovo progetto della Warner Bros che domani celebra nelle sale cinematografiche l’attesissimo Batman vs Superman – Dawn of justice, 400 milioni di dollari tra budget e promozione. Il kolossal è firmato da Zack Snyder. Per la prima volta al cinema si vedranno insieme Batman, Superman e anche Wonder Woman, interpretata dall’attrice israeliana Gal Gadot. Tra i protagonisti, Ben Affleck, Henry Caville, che ritorna nei panni di Superman, Amy Adams, Diane Lane, Laurence Fishburn, Jeremy Irons e Jesse Eisemberg. Si punta a scalzare i successi di Batman Michael Keaton (con Jack Nicholson nei panni del Joker) e il Superman Christopher Reeve.

LA PRIMA VOLTA – Avvolti in tutine tecnologiche sexy ci sono Ben Affleck e Henry Cavill, Batman e Superman, due star molto amate di Hollywood. Per Affleck si tratta del coronamento di un sogno cullato da bambino: “Sono sempre stato un fan e da ragazzino mi ricordo esattamente quando sono andato a comprare il comic book dove Superman e Batman si scontravano. Ricordo di avere pensato che era un’idea geniale e di avere letto quel fumetto cento volte. Quando mi hanno proposto di essere Batman, sono tornato per un attimo a quel ragazzino. Poi mi sono lasciato tentare dalla sceneggiatura, che è molto profonda e intensa, dove le scene di azione sono secondarie alle vicende personali dei protagonisti. E ricordo il primo giorno sul set, dopo tutte quelle critiche, ero finalmente nel costume da Batman, mi sono guardato, ero molto teso e nervoso, perché, da fan, so quanto siano importanti questi personaggi per chi li ama”. Vedremo chi vincerà la sfida lo scontro tra l’uomo pipistrello e il figlio di Krypton. Ma i duelli tra supereroi sono di moda. Il 4 maggio Capitan America e Iron Man si battono in Civil war, i vendicatori spaccati tra chi accetta di farsi dirigere dal governo e chi invece vuole l’indipendenza.