La situazione non cambia, ma il caro-carburanti resta. Il prezzo della benzina continua a essere ben al di sopra degli 1,9 euro al litro, ma a preoccupare sono soprattutto alcuni picchi superiori – in diversi distributori in tutta Italia – ai 2,5 euro. L’allarme lo ha lanciato nelle scorse ore il Codacons, ma ormai è evidente che il costo dei carburanti sia salito ben sopra il livello d’allerta.
Nonostante i rincari continui, che seguono anche (ma non solo) le quotazioni del petrolio, per il governo il problema sembra non esistere. E l’intervento promesso in caso di prezzo sopra i 2 euro al litro non è proprio sul tavolo.
I prezzi della benzina
L’ultimo aggiornamento sui prezzi dei carburanti arriva da Quotidiano Energia, sulla base dei dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Mimit. I costi sono sostanzialmente invariati rispetto alle 24 ore precedenti, con la benzina in lieve salita e il diesel in leggera discesa, ampliando così il divario tra i due carburanti.
Il prezzo medio della benzina in modalità self è di 1,917 euro al litro mentre per il diesel self siamo a 1,810. Per il servito, la benzina si attesta a 2,054 (ben al di sopra della soglia dei 2 euro ritenuta quella sopra cui intervenire dal governo, almeno in passato) e il diesel a 1,952 euro. Ma, come segnalato dal Codacons, i picchi sono molto più elevati, con prezzi che raggiungono addirittura i 2,8 euro al litro e diversi casi di costo intorno ai 2,5 euro al litro.
Le quotazioni del petrolio e l’andamento dei prezzi
La notizia positiva è che, nonostante le tensioni in Medio Oriente, le quotazioni del petrolio sono in leggera diminuzione: il Wti perde lo 0,55% a quota 85,19 dollari al barile, mentre il Brent si attesta a 89,92 dollari al barile, in calo dello 0,53%. Il Brent, in particolare, è oggi sui livelli del 17 ottobre, quando però il costo della benzina era leggermente inferiore (a 1,895 euro al litro, secondo i dati del ministero).
Peraltro intorno al 20 ottobre le quotazioni del petrolio erano ulteriormente cresciute, ma la benzina costava comunque meno di oggi, mentre per il diesel il costo era più alto (1,883 euro al litro). Va detto, però, che oggi il prezzo della benzina è più basso che a metà agosto 2023, quando il Brent si attestava a valori più bassi di quelli attuali (intorno agli 86 dollari al barile): allora la benzina era a quota 1,946 euro al litro, dimostrando il completo fallimento dell’obbligo di esposizione dei prezzi medi voluto dal governo, che ha fatto impennare i prezzi anziché abbassarli.
In ogni caso, quale che sia l’andamento delle quotazioni del petrolio e del prezzo dei carburanti, il governo al momento non sembra avere alcun intenzione di intervenire. Anche perché qualsiasi misura rischierebbe di essere difficile da calibrare, considerando che un aiuto al distributore – attraverso il taglio delle accise – favorirebbe maggiormente i redditi più alti e non allo stesso modo tutti i cittadini. Ma, soprattutto, il mancato intervento sembra dettato da problemi di coperture, con il governo sostanzialmente a secco di risorse. Mentre gli italiani sono costretti a pagare cifre esorbitanti per non trovarsi a secco di carburante.