Il valore del Bitcoin, la “valuta” virtuale presente in Rete dal 2009, ha raggiunto in questi giorni il nuovo massimo storico arrivando a 1.520 dollari per unità. Con tutta probabilità questo ulteriore incremento (+ 54% dall’inizio dell’anno) è dovuto alla crescente domanda proveniente dal Giappone dove il governo ha recentemente annunciato la propria decisione di riconoscere il bitcoin come forma legale di pagamento. Bitcoin è, come noto, uno strumento di scambio usato su Internet con alcune caratteristiche che lo avvicinano ad una valuta. E’ stato creato da Satoschi Sakamoto, uno pseudonimo che nasconde forse una pluralità di persone (anche se qualche mese fa l’imprenditore australiano Craig Steven Wright ha annunciato di esserne il creatore portando peraltro prove cui molti non credono); Bitcoin è riconosciuto ed utilizzato da una parte tuttora non elevatissima, ma ciononostante significativa, dagli operatori della Rete. Il suo valore commerciale è variabile e fissato in linea di principio; è cresciuto significativamente ogni anno dal 2010 ad eccezione del 2014 (dove ha risentito negativamente del fallimento di alcune piattaforme di scambio come MtGox ). Lo sviluppo di Bitcoin è molto dovuto alla bontà della tecnologia che lo sostiene in particolare al sistema Blockchain. Quest’ultimo è un data base distribuito che sfrutta la tecnologia “peer to peer” ed è disponibile a tutti i navigatori della Rete; nella sostanza è un libro contabile che registra tutte le transazioni fatte in Bitcoin dal 2009 in poi. Le transazioni sono rese possibili dall’approvazione del 50% + 1 di coloro i quali attivano Blockchain e che così diventano nodi della catena (chain). Quest’ultima si presenta come una serie di blocchi che memorizzano blocchi di transazioni recenti correlate ad un marcatore temporale, ogni blocco include i riferimenti (hash) del blocco precedente in modo da collegarsi appunto come una catena. Il tutto crea un sistema di verifica aperto che non ha bisogno di nessun benestare ”esterno” per far funzionare la transazione. Questo sistema si sta mostrando molto efficace tant’è che può essere utilizzato anche in ambiti diversi da Bitcoin. Può ad esempio garantire il corretto scambio di titoli, di azioni ma può addirittura sostituire gli atti notarili in quanto la certificazione dell’atto (la transazione) è garantita dalla maggioranza (50% + 1) dei “nodi” che partecipano anonimamente alla catena. Non è quindi un caso che si sta verificando una grande corsa alla registrazione brevettuale di “ start up ”collegate al sistema blockchain.
Per i lettori di questa Rubrica, può forse essere interessante vedere il film, da poco nelle nostre sale, “The Circle” di James Ponsoldt con Tom Hanks e Emma Watson in quanto troveranno nel “plot” tematiche su cui qui si batte da anni. Naturalmente non si vuole dare alcun giudizio sul valore artistico del film ma sottolineare che, finalmente, si va a toccare con adeguata drammatizzazione la problematica internet/social/privacy. Non è poco.