Bombe sulla Striscia di Gaza, è gelo tra Stati Uniti e Israele

Dalle presunte violazioni dei diritti umani, al lasciapassare per i miliziani di Hamas. Trump prende le distanze da Netanyahu

Bombe sulla Striscia di Gaza, è gelo tra Stati Uniti e Israele

Dopo oltre due anni di guerra in Medio Oriente e un supporto a dir poco ferreo, complice il cessate il fuoco e le continue violazioni della tregua, inizia a scricchiolare la granitica alleanza tra Stati Uniti e Israele. A lasciarlo intendere sono le notizie relative a un rapporto americano classificato, in cui si denunciano “centinaia” di possibili violazioni dei diritti umani, ma anche l’offerta che ieri gli USA hanno presentato ad Hamas per garantire un passaggio sicuro ai propri miliziani, così da consentire loro di spostarsi dalle zone controllate dall’IDF a quelle ancora in mano al movimento palestinese.

A questo si aggiunge la decisione shock del Segretario all’Energia statunitense, Chris Wright, che ha annullato la visita in Israele prevista per la prossima settimana, dopo il rifiuto del suo omologo israeliano, Eli Cohen, di approvare l’accordo per l’esportazione del gas con l’Egitto. Una scelta che Tel Aviv ha giustificato come necessaria “finché non saranno garantiti gli interessi israeliani e non sarà concordato un prezzo equo per il mercato interno”. Ma non è tutto. In queste ore, a dividere gli storici alleati, c’è anche la decisione dell’amministrazione di Donald Trump di opporsi – con una svolta epocale – al piano presentato da Israele per la distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

Bombe sulla Striscia di Gaza, è gelo tra Stati Uniti e Israele

Come riporta Haaretz, l’IDF e la (controversa) Gaza Humanitarian Foundation (GHF) hanno proposto un piano che prevede la creazione di 10-20 punti di distribuzione lungo la cosiddetta “Linea Gialla”, ossia la zona in cui sono schierate le truppe israeliane. Un progetto che, per gli Stati Uniti, è semplicemente inaccettabile, poiché taglierebbe fuori troppi civili.

A rendere ancora più tesi i rapporti tra Washington e Tel Aviv contribuiscono inoltre i bombardamenti sulla Striscia di Gaza e i raid in Libano, che stanno mettendo a rischio la tenuta dell’accordo di pace su cui Trump si è speso con forza. Azioni militari dell’IDF che, pubblicamente, il tycoon difende definendole “legittime”, ma che in privato criticherebbe duramente.

Malgrado la tregua sia formalmente ancora in vigore, gli attacchi non si sono interrotti e, negli ultimi tre giorni, avrebbero causato almeno 130 vittime. Soltanto ieri, almeno tre civili palestinesi sono stati uccisi e decine feriti nel corso di raid che hanno interessato buona parte della Striscia di Gaza: azioni che, secondo Hamas, dimostrano il chiaro intento di Netanyahu di riprendere la guerra.