Boris Johnson si è dimesso da leader del Partito Conservatore britannico. Ma intende rimanere alla guida del governo

Boris Johnson nelle ultime ore aveva cercato di rimpiazzare i ministri uscenti con nuove figure. Poi l'ammissione: "Serve un nuovo leader".

Boris Johnson si è dimesso da leader del Partito Conservatore britannico. Ma intende rimanere alla guida del governo

Boris Johnson si è dimesso. Il primo ministro britannico, dopo una notte turbolenta trascorsa a raccogliere le dimissioni di ministri e membri del Governo, ha deciso di lasciare la guida del Partito Conservatore. L’annuncio è arrivato nel primo pomeriggio di oggi, dopo le indiscrezione della mattinata sull’imminenza delle sue dimissioni.

Boris Johnson: “Dobbiamo continuare a salire di livello. Serve un nuovo leader”

Johnson ha annunciato formalmente le sue dimissioni da leader del Partito Conservatore britannico, forza di maggioranza in Parlamento, in un discorso alla nazione. Il premier – travolto alla fine dai contraccolpi degli ultimi scandali e da una raffica di dimissioni in seno alla sua compagine – intende comunque restare capo del governo fino all’elezione di un successore alla guida dei Tories prevista per ottobre, visti in tempi imposti dal recesso parlamentare estivo che inizia fra due settimane.

“Dobbiamo continuare a salire di livello, continuare a liberare il potenziale di ogni parte del Regno Unito. Serve un nuovo leader” ha detto il premier britannico, Boris Johnson, annunciando la sue dimissioni da leader del partito Tory. Il primo ministro britannico si è rivolto “al popolo ucraino” per assicurare che il Regno Unito “continuerà a sostenere l’Ucraina” con forza anche dopo la sua uscita di scena.

Nella notte oltre 60 i ministri e i membri del Governo che hanno rassegnato le dimissioni

Nella notte, sono stati oltre 60 i ministri e i membri del Governo che hanno rassegnato le dimissioni, inviando non solo all’esecutivo ma anche al Paese e al mondo intero un segnale chiaro e potente. Lo scandalo Pincher che ha recentemente travolto il primo ministro inglese, infatti, ha rappresentato per l’esecutivo la classica “goccia che ha fatto traboccare il vaso”. E l’ondata di indignazione e i malumori da tempo covati verso la figura politica di Boris Johnson sono definitivamente esplosi dando origine a un impetuoso fenomeno di dimissioni fiume, al quale si è dato inizio con l’addio al Governo del titolare della Sanità, Sajid Javid, e del cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak.

Nelle ultime 24 ore, mentre le dimissioni tra i membri del Governo proliferavano senza sosta, Boris Johnson ha cercato forsennatamente di rimpiazzare i ministri uscenti con nuove personalità politiche. Ogni sforzo del premier, tuttavia, si è infine rivelato vano. Nessun Tory, infatti, è stato disposto a sacrificare la propria credibilità per un leader travolto da un ennesimo scandalo nel tentativo estremo di salvare una situazione ormai disperata.

Nella mattinata, il flusso di dimissioni è ulteriormente aumentato, lasciando il premier britannico completamente solo al numero 10 di Downing Street, facendo crollare inesorabilmente la determinazione del primo ministro, fermo sulla sua posizione di non ritirarsi dal suo incarico di Governo.