Bravo… e col grilletto facile. Il consigliere-cacciatore FdI multato dai Carabinieri

Il consigliere regionale Carlo Bravo è stato relatore della legge che ha ridotto i vincoli sull'attività venatoria. Ora rischia il processo per averla violata.

Bravo… e col grilletto facile. Il consigliere-cacciatore FdI multato dai Carabinieri

“L’esigenza di candidarsi nelle file di Fratelli d’Italia è essenzialmente quella di avere un cacciatore e dirigente venatorio fidato, che possa fare gli interessi della caccia in consiglio regionale… Ecco alcuni punti su cui si impegnerà in Regione: situazione anelli inamovibili dei richiami vivi insostenibile, sì alla cattura di richiami vivi”. Così una nota stampa prima delle ultime regionali annunciava la candidatura nelle fila di Fratelli d’Italia di Carlo Bravo.

Il consigliere regionale Carlo Bravo è stato relatore della legge che ha ridotto i vincoli sull’attività venatoria. Ora rischia il processo per averla violata

Eletto consigliere (oggi è vicepresidente della Commissione Agricoltura, competente in materia di caccia), non si può certo rimproverargli di non aver mantenuto fede alle promesse elettorali, tanto che qualcuno lo ha già ribattezzato “il signore degli anellini”, ironizzando sulla passione di Giorgia Meloni e di molti esponenti di FdI per Tolkien. Dopo essersi impegnato a far passare in consiglio regionale norme più favorevoli ai cacciatori, Bravo è stato multato dai carabinieri del Soarda (Sezione operativa antibracconaggio e reati in danno degli animali) per aver utilizzato durante una battuta di caccia nel suo capanno in provincia di Brescia richiami vivi non a norma.

All’ex presidente dell’Associazione cacciatori lombardi i carabinieri hanno contestato i reati di alterazione e contraffazione di sigilli. Interpellato dal Fatto quotidiano, che ha scovato la notizia, Bravo ha detto: “Ci dicano se vogliono abolire la caccia. Io ho cercato di modificare la legge per sistemare questa situazione. Sono dispiaciuto per quanto successo con la multa, ma lo avevo messo in conto: perché o vado a caccia o sto a casa. È incredibile che se degli anellini non sono a posto per un decimo di millimetro io debba finire a processo”. In Regione Lombardia Bravo sta agendo quasi sempre in coppia con il consigliere leghista Floriano Massardi, altro cacciatore eletto sempre nel Bresciano.

La loro prima vittoria (la più recente è quella che favorisce i capannisti, cacciatori da postazioni fisse di cui abbiamo dato conto su La Notizia solo qualche giorno fa) ha riguardato proprio gli anellini. Sono codici identificativi che vengono posti ai richiami vivi, uccellini che hanno il compito di richiamare uccelli più grandi che così finiscono a portata di tiro dei cacciatori. Per legge gli unici richiami vivi ammessi sono quelli nati in cattività e allevati dai privati su autorizzazione dello Stato e che, per questa ragione, possiedono un anellino identificativo inamovibile in metallo e numerato.

La nuova legge regionale, promossa dalla coppia Bravo-Massardi, permette di sostituire gli anellini inamovibili con semplici fascette di plastica ed è stata approvata in estate. “Ha talmente voluto la modifica alla legge regionale sulla caccia, allentando le regole perché quelle esistenti erano troppo rigide, che poi l’ha addirittura violata”, scrivono in un comunicato congiunto le opposizioni al Pirellone, “al netto della vicenda giudiziaria che farà il suo corso, l’episodio di domenica ha reso ancor più evidente il conflitto di interesse di cui Bravo, insieme al Presidente Massardi, è protagonista.

Il vicepresidente di Fratelli d’Italia della Commissione Agricoltura, si è dimostrato inaffidabile e inadeguato, screditando le istituzioni e l’intera categoria dei cacciatori. Bravo ricopre un ruolo istituzionale di primo piano attraverso il quale favorisce forzature legislative che mettono costantemente la Lombardia a rischio di ricorsi e sanzioni. Invitiamo Bravo a risparmiarci il vittimismo, inascoltabile per chi esercita quella posizione di potere, e a dimettersi dalla vicepresidenza della Commissione. Se non altro, per dignità e rispetto del ruolo istituzionale. Martedì in Aula proporremo una mozione urgente per invitarlo alle dimissioni”.