Buco da 300 milioni, il condono delle cartelle lo pagano i Comuni

Lo stralcio delle cartelle esattoriali sotto i mille euro, previsto dalla Manovra del Governo Meloni, sarà a carico degli Enti locali.

Buco da 300 milioni, il condono delle cartelle lo pagano i Comuni

Dietro il condono del governo non c’è solo una questione etica su cui hanno richiamato l’attenzione la Corte dei Conti, la Banca d’Italia e l’Ufficio parlamentare di bilancio. Vale a dire che le norme ribattezzate sotto il nome di “tregua fiscale” possono avere un effetto negativo sul rispetto delle norme tributarie da parte dei contribuenti.

Lo stralcio delle cartelle esattoriali sotto i mille euro, previsto dalla Manovra del Governo Meloni, sarà a carico degli Enti locali

Ma c’è anche una questione più prettamente finanziaria. A porla sono stati i Comuni. A sollevare preoccupazioni, in particolare, è il condono delle cartelle sotto i mille euro affidate all’Agenzia delle Entrate dal 2000 al 2015. Il 90% dei crediti comunali infatti non supera quella soglia. Si tratta di multe, tasse sui rifiuti, Imu e altre imposte di piccola entità.

Il rischio è che, privati di una parte importante del gettito, molti comuni – con una situazione finanziaria già precaria – possano finire in dissesto. In un documento consegnato alle commissioni Bilancio di Camera e Senato nel corso dell’audizione sulla Manovra, l’Anci ha evidenziato, punto per punto, quali sono le problematicità che potrebbero in qualche modo non far quadrare i conti dei Comuni per il 2023.

Una di queste – si legge nel documento – è lo stralcio delle cartelle esattoriali fino a 1000 euro esteso ai ruoli affidati al riscossore nazionale (agente della riscossione) fino al 2015 (art. 46). Si tratta per la grande maggioranza di posizioni relative ad entrate potenziali comunali che vengono cancellate per circa 300 milioni di euro.

Parte di tali cancellazioni avrebbero ancora margini di riscuotibilità e – in molti casi – l’intervento determina l’abolizione di residui attivi che concorrono alla formazione degli equilibri per un numero significativo di Comuni.

L’Anci ritiene che i disavanzi eventualmente determinati dallo stralcio obbligatorio debbano essere ristorati, così da non aggravare ulteriormente sui bilanci di enti già in difficoltà finanziaria, attraverso uno stanziamento di almeno 80 milioni di euro.

Complessivamente l’Anci calcola in un miliardo il buco per i comuni italiani

L’Associazione del Comuni, presieduta da Antonio Decaro (nella foto), propone inoltre una disciplina per la definizione agevolata delle entrate locali (oltre ai casi di gestione affidata al riscossore nazionale), così da evitare disparità di trattamento tra contribuenti oggetto di atti di riscossione provenienti da soggetti diversi, ma della stessa natura. Complessivamente l’Anci calcola in un miliardo il buco per i comuni italiani, relativamente a quelle spese che non sono previste o lo sono solo in parte, provocato dalla Manovra.