Buona musica caro Ubaldo. Sarai sempre On Air. Ferrini è stato tra i più grandi esperti di radiofonia

È morto Ubaldo Ferrini. La radio italiana perde uno dei suoi più grandi esperti, dj per vocazione e cronista del settore per passione.

Buona musica caro Ubaldo. Sarai sempre On Air. Ferrini è stato tra i più grandi esperti di radiofonia

La radio italiana perde uno dei suoi più grandi esperti, dj per vocazione e cronista del settore per passione. Ubaldo Ferrini, scomparso ieri a Catania, a solo 56 anni, era diventato una compagnia costante per i lettori della Notizia, da quando circa due anni fa cominciò a raccontare su questo giornale i protagonisti della radiofonia nazionale: speaker, conduttori, musicisti col sacro fuoco dell’intrattenimento che accompagnano le giornate di milioni di italiani, eppure talvolta non hanno la stessa notorietà di chi fa cinema o televisione.

È morto Ubaldo Ferrini. La radio italiana perde uno dei suoi più grandi esperti, dj per vocazione e cronista del settore per passione

La radio per Ubaldo Ferrini veniva prima di tutto, per la sua capacità di fare show, informare e tenere compagnia con l’unico strumento del microfono. Dietro i programmi dei grandi network, così come di tante realtà minori, c’è però un lavoro immenso, con tanti saluti a chi pensa che si possa durare puntando solo sull’improvvisazione. Ubaldo Ferrini questa scuola l’aveva fatta tutta, partendo dalla piccola Radio Delfino del capoluogo etneo, acquista nei primi anni ‘80 dalla famiglia quando avere una radio locale era un lusso incredibile. Poi aveva seguito la passione mettendo su uno dei negozi di dischi – allora c’era solo il vinile – più noti in tutta la Sicilia orientale. E via, subito, a scrivere di radio nei giornali giovanili delle discoteche della Playa e di Taormina – Look e City – e i programmi nelle tv private, con altri maniaci dello stesso giro, come il dj Ettore Tortorici.

Erano seguite altre collaborazioni radiofoniche e un libro molto apprezzato sulla storia della radiofonia in Italia: “La radio libera, la radio prigioniera”. Tra le altre cose aveva preso a collaborare con La Notizia, intervistando ogni settimana un protagonista della radio, facendo raccontare loro gli esordi, la difficoltà di trasformare un divertimento in un vero lavoro, l’evoluzione dei gusti tra gli ascoltatori, la trasformazione digitale e tecnica che ha cambiato tanto, ma non la passione che muove i dj e tutti i tecnici e gli editori che ogni giorno mettono in piedi la fabbrica del nostro buon umore. Grazie di tutto questo, caro Ubaldo, da tutta la redazione di questo giornale e dalla comunità dei nostri lettori, che in più occasioni hanno manifestato il gradimento per il tuo lavoro eccezionale.