Cadavere nel Po, tutte le ipotesi degli inquirenti sull’identità della donna fatta a pezzi

Cadavere nel Po: emergono alcuni indizi sul corpo che il Po ha restituito in un borsone lo scorso 4 aprile.

Cadavere nel Po, tutte le ipotesi degli inquirenti sull’identità della donna fatta a pezzi

Cadavere nel Po: dopo la restituzione del corpo in un borsone dal fiume Po lo scorso 4 aprile, gli investigatori hanno iniziato a mettere insieme vari indizi ma allo stesso tempo hanno chiesto aiuto anche ai cittadini nella speranza che qualcuno possa dare informazioni utili come è successo nel caso di Charlotte Angie.

Cadavere nel Po, tutte le ipotesi degli inquirenti

Ancora una scoperta macabra, dopo il ritrovamento del corpo a pezzi di Charlotte Angie: lo scorso 4 aprile, il Po ha restituito un borsone con all’interno il corpo di una donna senza testa. La scoperta è avvenuta grazie ad un passante all’altezza  di Occhiobello, nel Rodigino. Così subito sono partire le indagini degli inquirenti per dare un’identità a quel corpo di donna fatto a pezzi.

Le prime ipotesi degli investigatori ritengono portano all’ambiente della prostituzione, dove giovani donne vengono ridotte in schiavitù con la promessa illusoria di una vita migliore e diversa. Si hanno poche informazioni a riguardo, che però hanno escluso le piste che portavano ad altre donne misteriose scomparse negli anni scorsi.

L’aiuto chiesto ai cittadini

Gli inquirenti hanno chiesto aiuto ai cittadini, ecco perché anni diffuso diverse informazioni e dettagli sul corpo ritrovato e su altri indizi. A partire dalle caratteristiche fisiche: carnagione bianca, etá compresa tra i 20 e i 30 anni, alta circa 1 metro e 60.

Così come è stata pubblicata la foto dei vestiti trovati all’interno del borsone, quelli che l’operaio che svolge servizio come guardia del fiume ha notato fin da subito, ipotizzando così che si potesse trattare di una donna ancora prima che la sacca venisse aperta: una camicetta blu con le decorazioni a paillettes, un golfino rosa e un paio di jeans. L’appello degli investigatori è chiaro: “Chi sa parli e si rivolga al reparto operativo dei carabinieri di Rovigo”.