Cala il sipario sugli Stati generali dell’Economia. Soddisfatto Conte. “Il dialogo ci rafforza. Il Piano di Rilancio non è una raccolta di riforme. Dobbiamo reinventare il Paese che vogliamo”

Dovevano partire dal “Piano Colao” sono finiti con una bozza del “Piano di Rilancio per l’Italia”. Si sono conclusi così, ieri, a villa Pamphilj, gli Stati Generali dell’Economia voluti dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Una settimana intensa di incontri con parti sociali, associazioni di categoria, rappresentanti delle istituzioni europee, partita tra le critiche dell’opposizione che ha disertato l’appuntamento. Dopo la chiamata del premier, il centrodestra con Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani ha deciso, infatti, di declinare l’invito: “Il confronto si fa in parlamento, siamo pronti a confrontarci con il governo in qualsiasi momento, ma soltanto in occasioni e in sedi istituzionali”.

I primi ad incontrare il premier, a villa Pamphilj, sabato 13 giugno, sono stati i vertici di Bruxelles. Sul tavolo degli incontri tra governo e i rappresentanti del mondo economico e sociale “Il piano per il rilancio dell’Italia”, un piano articolato intorno a tre grandi pilastri: modernizzazione del Paese, transizione ecologica, inclusione sociale, territoriale e di genere e nove aree più specifiche d’intervento. Il governo punta alla digitalizzazione del Paese, allo sblocco delle infrastrutture, alla sostenibilità ambientale, imprese e lavoro, sostegno alle filiere produttive, riforma della pubblica amministrazione, formazione e ricerca, sanità e inclusione, riforme giuridiche. Il piano prevede delle linee d’indirizzo e progetti specifici e in alcuni casi, si tratta del potenziamento di misure e transizioni già in atto (Industria 4.0, infrastrutture digitali, transizione energetica, digitalizzazione della PA). Per Conte il Paese “lo rilanciamo se lavoriamo tutti insieme, le forze produttive e sociali, le migliori del Paese, anche le opposizioni”.

Proposte accolte bene da quasi tutti i partecipanti, ma il leit motiv era sempre e solo uno: servono risorse. I primi a chiederle sono stati i rappresentanti delle istituzioni locali, Comuni e Regioni.  “Ai Comuni servirebbe l’anticipazione al 2020 delle risorse previste per il 2021 che ammontano a 3 miliardi e mezzo per investimenti” sottolinea l’Anci “i sindaci vanno nominati commissari per le opere strategiche che superino i 2 milioni di euro”. Di “gigantesco piano di investimenti” ha parlato il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini: “in epoche come queste serve una forte semplificazione per fare in modo che quando devi far partire un opera non ci vogliono 45 anni”.

I sindacati plaudono le ulteriori nove settimane di Cig Covid ma questa misura non e’ ancora sufficiente: “abbiamo chiesto il blocco dei licenziamenti fino alla fine dell’anno e anche i conseguenti ammortizzatori sociali da mettere in campo” spiega il leader della Cgil, Maurizio Landini, mentre per la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan “occorre fare da subito e senza alcun tentennamento una riforma del fisco, ce n’è bisogno per irrobustire le buste paga di lavoratori e pensionati e anche per premiare le imprese che investono in occupazione, welfare aziendale, formazione e digitalizzazione”. Chiedono di fare presto anche le associazioni di categoria: ” queste giornate di confronto sulle scelte, sulle regole, sulle politiche per far crescere di più e meglio il Paese, si devono tradurre rapidamente in risultati concreti perché le imprese vivono purtroppo ancora in emergenza” così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.

Momenti di polemica si sono vissuti con l’incontro degli industriali: “Si onorino contratti e debiti. Chiedo l’immediato rispetto per la sentenza della magistratura che impone la restituzione di 3,4 miliardi di euro di accise energia impropriamente pagate” l’attacco del numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi “l’impegno contro una nuova dolorosa recessione può avere successo solo se non nascondiamo colpe ed errori commessi da tutti negli ultimi 25 anni”. In 8 giorni sono stati circa 150 gli incontri tra singole personalità, accademici, sindacati, associazioni di categoria, terzo settore e cultura. A tutti Giuseppe Conte ha promesso attenzione, ha chiesto suggerimenti per i 187 punti del piano rilancio confidando di rivedere il programma, provando a chiuderlo, già la settimana prossima: “faremo un confronto con le forze politiche di opposizione, dopodiché avremo la bozza di piano di rilancio su cui lavorare nelle prossime settimane. Concretamente da questo ricaveremo il Recovery Plan che presenteremo a settembre”.

“Questo dialogo – ha detto il premier – ci rafforza, rafforza me e tutti i ministri, ci rafforza negli obiettivi, nelle linee di intervento su cui vogliamo agire, in questi giorni non ci sono state passerelle abbiamo lavorato senza risparmiarci. Il Piano di Rilancio non è una raccolta di riforme, ma ci siamo resi conto che non è affatto sufficiente riformare il Paese, dobbiamo reinventare il Paese che vogliamo. Sono stati dei lavori molto intensi, non ci siamo chiusi affatto ma ci siamo aperti alla società civile, al mondo produttivo e della cultura. Il piano di rilancio non è una semplice raccolta di riforme, ci siamo resi conto che non e’ sufficiente riformare l’Italia, dobbiamo reinventare il Paese che vogliamo”.

“Dobbiamo dare impulso alla riduzione del cuneo fiscale – ha detto ancora il premier – con benefici per i lavoratori, dobbiamo cercare di intervenire già a luglio. E’ una direzione giusta che dobbiamo perseguire. Tutti condividono l’Alta Velocità, quindi le infrastrutture ferroviare ma non solo. Dobbiamo favorire i pagamenti digitali. C’è da parte di tutti la necessità per la realizzazione della fibra ottica. In questi mesi abbiamo toccato con mano il divario digitale e dobbiamo colmarlo. Dobbiamo investire nell’Università, ricerca e scuola, serve un progetto solido per garantire la formazione continua dei lavoratori e professionisti, occorre una formazione dirigenziale diffusa. C’è un grande consenso per il progetto del governo di rivedere l’abuso d’ufficio. Oltre al progetto di semplificazione e riduzione della burocrazia”.

Conte ha annunciato un voucher, per pagare ogni anno a 500 donne che aspirano a diventare manager un MBA Executive dal valore di 35.000 euro. La proposta delle Business School. Per quanto riguarda la possibilità di un taglio sull’Iva, circolata nelle ultime ore, il presidente ha sottolineato che si tratta solo di una ipotesi, “ne abbiamo discusso ma non l’abbiamo deciso, è una misura costosa da studiare”. “C’è preoccupazione del governo – ha aggiunto -, perché nonostante la riapertura delle attività commerciali i consumi non ripartono. Quella di intervenire sull’Iva è allo studio, questa settimana sarà decisiva”. Parlando poi della possibilità di chiedere un nuovo scostamento di bilancio, il premier ha assicurato che è stata già valutata l’opportunità, “ma probabilmente sarà una necessità quella di intervenire per un’ulteriore scostamento”.

Ma non solo, anche il decreto semplificazioni che il presidente del Consiglio confida possa essere chiuso e portato già nel prossimo consiglio dei ministri. Parlando dell’atteggiamento di chiusura al dialogo tenuto dalle opposizioni, Conte ha aggiunto: “Qualcuno aveva ironizzato per la passerella che avevamo organizzato e per la sede, nulla di tutto questo. In questi giorni abbiamo lavorato senza risparmiarci e non ci sono state passerelle. Questo dialogo ci rafforza, rafforza me e tutti i ministri che hanno intensamente lavorato per questo progetto. Ci rafforza negli obiettivi, nelle linee di intervento per cui vogliamo agire”.

A proposito della tenuta della maggioranza il premier si è detto detto fiducioso:  “Lavoriamo in un clima positivo e costruttivo e il lavoro di questi giorni lo dimostra. Io trovo nel Pd, come nelle altre forze, una forza consapevole e affidabile, un segretario, Zingaretti, che ha le idee molto chiare, quindi non esito a sentirmi fiducioso per il lavoro che stiamo facendo, per la prospettiva e confido di legislatura”. Il dialogo con le opposizioni? “Non hanno raccolto il mio primo invito, tornerò a offrire una ulteriore occasione di confronto. Credo sia più opportuno incontrarsi con ciascuna forza. Spero che accoglieranno l’invito, confido di farlo questa stessa settimana. Forza Italia sembrerebbe predisposta a un confronto, ma confido che anche Lega e Fratelli d’Italia possano partecipare”.