Calabria e Sicilia a ferro e fuoco. Decine di incendi ancora in corso. Falcomatà: “Draghi venga a verificare lo stato disastroso in cui versa il territorio”

Sono ore particolarmente calde in Sicilia e Calabria. Da giorni le due Regioni sono ostaggio delle fiamme. Il bilancio è pesantissimo.

Calabria e Sicilia a ferro e fuoco. Decine di incendi ancora in corso. Falcomatà: “Draghi venga a verificare lo stato disastroso in cui versa il territorio”

Sono ore particolarmente calde in Sicilia e Calabria e non di certo solo per le temperature della settimana. Da giorni infatti, le due Regioni sono ostaggio delle fiamme (leggi l’articolo). Il bilancio è pesantissimo e le operazioni per domare il fuoco sono ancora in corso. Per tutta la notte i vigili del fuoco sono stati impegnati in Sicilia e Calabria con oltre 300 interventi. A tutto questo si aggiungono anche due vittime in Calabria e una in Sicilia. Un uomo di 77 anni, un pastore, trovato senza vita all’interno di un casolare dove si era rifugiato in cerca di riparo insieme al suo bestiame.

“Un’altra vittima degli incendi: stiamo perdendo la nostra storia, sta andando in cenere la nostra identità, sta bruciando la nostra anima autentica nel silenzio generale”. Il secondo, un 79enne, è morto a Cardeto sempre nel Reggino. Questo il drammatico commento di Giuseppe Falcomatà, sindaco della città metropolitana di Reggio Calabria dopo aver appreso il rinvenimento del pastore ucciso dalle fiamme a Grotteria.

“La priorità di oggi è spegnere questo inferno – ha continuato il primo cittadino – ma domani qualcuno dovrà rispondere a diversi perché”. Sono ore difficili anche per la Sicilia, in provincia di Palermo stanno ancora bruciando le Madonie. Le fiamme sono divampate nella zona delle Petralie e nella zona di Geraci Siculo. Molte persone hanno perso aziende e hanno visto le fiamme arrivare fin dentro casa. Sul territorio hanno lavorato i vigili del fuoco, i forestali e il personale della protezione civile. Nel corso della notte sono andati in fiamme ettari di vegetazione anche a Piano Geli nella zona di San Martino delle Scale e a Montefiascone sempre nella zona di Monreale. Anche qui si registra una vittima, anche se indiretta.

Un agricoltore di 30 anni Ignazio Di Stefano è morto schiacciato dagli ingranaggi del suo trattore: con il pesante mezzo stava trasportando un voluminoso serbatoio d’acqua di mille litri, probabilmente per spegnere un incendio. E’ successo nei pressi di ponte Barca, nella piana di Catania, dove è ancora attivo un rogo. “Ieri abbiamo visto la Sardegna, oggi la Sicilia e la Calabria sta andando a fuoco così come altre zone non soltanto del nostro Paese ma anche altri Paesi europei. – così Stefano Patuanelli, ministro delle politiche agricole dopo un incontro con i sindaci della provincia di Palermo i cui territori hanno subito danni importanti. – Il tema degli incendi è un’emergenza che deve trovare risposte immediate e vanno trovate con i ristori da dare a chi oggi ha perso tutto con le difficoltà che ci sono perché com’è noto la 353 del 2000 giustamente impone delle dinamiche dei ristori molto precise, abbiamo alcune idee che stiamo sviluppando in queste ore”.

“Da un lato bisogna garantire il rispetto di questa norma e dall’altro dare ossigeno a chi ha perso il proprio raccolto, il proprio bestiame, la propria attività. Il tema principale è prevenire quello che stiamo vivendo oggi. Noi dobbiamo tornare ad incentivare il ruolo dell’agricoltore come custode del territorio – ha aggiunto il ministro – L’agricoltore è il primo che può custodire il terreno su cui coltiva. Oggi le dinamiche di incentivo sono sempre meno rispetto alla parte produttiva quindi le parti improduttive sono un costo e non un incentivo. Dobbiamo invertire questa tendenza. Credo che nel piano nazionale strategico della Pac dovremmo tenere conto di questo elemento attraverso gli strumenti individuati e tutta l’architettura verde. Va garantito che l’agricoltore che si prende cura anche delle parti improduttive con una sana gestione che serve a prevenire fenomeni come quelli che vediamo oggi deve essere tutelata, incentivata, aiutata e sostenuta”.

Falcomatà: “Draghi venga in Calabria a Ferragosto a verificare lo stato disastroso in cui versa il territorio”

“Il presidente Mario Draghi venga in Calabria a ferragosto a verificare lo stato disastroso in cui versa il territorio vessato dagli incendi” ha ribadito anche oggi il sindaco di Reggio Calabria Falcomatà confermando di aver trasmesso l’invito a Palazzo Chigi. “Il fronte del fuoco – ha aggiunto il primo cittadino del capoluogo calabrese – non è ancora sotto controllo, montagne e colline continuano a bruciare: in queste ore si registrano enormi criticità nei comuni di San Luca, Cardeto, Roghudi, Roccaforte del Greco, Mammola, Gioiosa Jonica, Grotteria, San Giovanni di Gerace, Caulonia e Cittanova”.

“Chiediamo al presidente del Consiglio di venire in Calabria – prosegue – per verificare di persona le dimensioni del disastro ed assumere provvedimenti straordinari che consentano di arginare la situazione, risarcire i danni alle tante famiglie che nel fuoco hanno perso tutto e programmare un massiccio ed immediato intervento di messa in sicurezza del territorio per evitare che alle prime piogge, senza la protezione di alberi e piante, il disastro allarghi le sue proporzioni trasformando le montagne in fiumi di fango”.

“Il governo – ha aggiunto Falcomatà – dimostri concretamente la sua vicinanza alla Calabria, affianchi i sindaci che da settimane combattono quasi in solitaria contro la piaga degli incendi sarebbe la prima visita in Calabria di Draghi da presidente del Consiglio, in una fase cosi delicata per la vita di questa regione, in un territorio che ha bisogno di sentire anche fisicamente la presenza delle istituzioni nazionali. La Città metropolitana di Reggio Calabria è in ginocchio e le istituzioni nazionali hanno il dovere di essere presenti in una situazione calamitosa di tale portata”.