Riforme. Cambiano la Costituzione, ma alla Camera si pensa a lavorare meno. Ora parola al referendum

La riforma della Costituzione è passata alla Camera. In un clima da ultimo giorno di scuola e con il dolore dei 5 Stelle per la morte di Casaleggio.

La riforma della Costituzione è stata approvata in ultima lettura alla Camera. In un clima da ultimo giorno di scuola e con il dolore dei 5 Stelle per la morte di Gianroberto Casaleggio, il testo è passato con 361 voti a favore e solo 7 contrari. Quasi tutte le opposizioni hanno lasciato l’Aula al momento del voto. Ora la parola passa agli elettori con il referendum: in caso di vittoria del “sì”, il ddl Boschi modificherà una parte della Carta costituzionale (leggi qui come), in particolare con la revisione del Senato e la soppressione del Cnel. La scomparsa del guru dei pentastellati ha influito, spazzando via la possibilità di fare ostruzionismo. Le altre forze della minoranza hanno infatti preferito tornare a casa il prima possibile. Anche perché l’allungamento dei tempi non avrebbe di certo fermato la maggioranza.

I commenti alla riforma
Il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, ha puntato il dito contro il Governo: “L’attuale Parlamento è invece stato eletto in forza di una legge elettorale che la Consulta ha giudicato incostituzionale. Tale circostanza, indebolendo significativamente la legittimità morale e politica del riformatore costituzionale, avrebbe dovuto indurre le Camere ad intervenire solo attraverso un’ampia condivisione dell’impianto di riforma”. Nel Partito democratico c’è già chi volge lo sguardo al referendum.”È il giudizio dei cittadini che conterà davvero, un giudizio sul merito, non sul presidente del consiglio”, ha affermato il presidente dei deputati, Ettore Rosato. I 5 Stelle, nel giorno del lutto, hanno affidato a Danilo Toninelli l’intervento in Aula: “Questa riforma viene approvata grazie alla trasmigrazione di 250 deputati trasmigratori, che sono passati da un gruppo all’altro, e tra questi trasmigrati c’è anche il condannato Verdini. E poi questo è un governo sotto sfiducia come nel caso di Tangentopoli . È una modifica schifosa e offensiva”. In riferimento al discorso del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il deputato di Sinistra italiana, Alfredo D’Attorre, ha attaccato: “Lasciate riposare in pace Terracini e Dossetti, questa riforma della Costituzione la state facendo con Alfano e Verdini. Lasciate stare in pace i padri costituenti”.